Molti dubbi sull’incidente aereo di Lusevera. Spunta uno schianto sospetto a Roma 4 mesi fa

Resti aereo Lusevera (Ud) 29 Aprile

Aerohabitat CentroStudi,  un istituto d'analisi, ricerca, elaborazione dati e documentazione che pone al centro della sua azione la correlazione tra cittadini ed il sistema di collegamenti aerei e comunicazione terrestre  ha pubblicato un interessante articolo relativo all'incidete di qualche giorno fa in Friuli che ha visto lo schianto di un ultraleggero Pioneer e la morte di due persone una delle quali un esperto pilota della frecce tricolori,  il capitano Alessio Ghersi, di 34 anni.  Il titolo dell'articolo, a firma Giuliano Mansutti ex comandante Alitalia,  non ci gira intorno e recita: "Lusevera  precipita Pioneer 300, due vittime e, tanti, troppi, interrogativi!". L'articolo ricostruisce il drammatico incidente  ma pone delle domande che speriamo vedano risposte da parte di chi sta investigando: "Nel pomeriggio di sabato 29 aprile, mentre sorvolava una zona boschiva, il Pioneer 300 della Alpi Aviation si è schiantato al suolo, dopo aver attivato il paracadute balistico. Il velivolo era decollato una ventina di minuti prima dalla pista di Campoformido (UD) con due occupanti: il pilota ed un passeggero, entrambi deceduti. L’impatto con il terreno, riportano alcune testimonianze e media locali, avrebbe determinato tre esplosioni, distruggendo il resto dei rottami dell’aeromobile. A riguardo l’ANSV-Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, ha emanato il seguente comunicato: “A seguito dell’incidente che nel tardo pomeriggio di oggi, 29 aprile, in Alta Val Torre, nella zona di Lusevera (Udine), ha coinvolto l’ultraleggero Pioneer 300 marche I-8548 , l’ANSV ha disposto l’apertura di un’inchiesta di sicurezza e l’invio di un investigatore sul sito dell’incidente. Deceduti i due occupanti.” Il vasto interesse che ha, subito, contraddistinto questo incidente, rimanda all’identità del pilota, un capitano delle Frecce Tricolori e l’occupante del cockpit, un parente della moglie, un civile, imbarcato su un velivolo di proprietà della società Alpi Aviation. Tale velivolo ospitato in uno spazio in affitto presso l’Aeroclub Friulano di Campoformido – riferiscono media locali - sarebbe stato nella disponibilità di alcune persone appartenenti alla Pattuglia Acrobatica Nazionale.  L’inchiesta relativa sarà focalizzata sulla dinamica dell’incidente e le possibili cause, inquadrate tra fattore umano (a terra e on-board), conformità certificative, manutentive, amministrative, eventuali avarie tecniche pregresse. La stessa Procura di Udine, con l’ipotesi di omicidio colposo e disastro aereo, ha aperto un fascicolo di reato a carico di ignoti: far luce su eventuali responsabilità penali. Lo ha riferito il procuratore capo, Massimo Lia, il quale ha precisato come, al momento nessun nome sia stato iscritto sul registro degli indagati. Dovranno, pertanto, essere rese trasparenti e dipanate questioni correlate alla tipologia, le caratteristiche e versatilità dell’accordo intercorso tra proprietà del velivolo e "gestore". A riguardo, sono attese ulteriori informative, integrative, da parte di ANSV e, esplicative, da parte della Alpi Aviation, come dai responsabili dell’AMI-Aeronautica Militare Italiana in rappresentanza della PAN, Pattuglia Acrobatica Nazionale-Frecce Tricolori". In sostanza molte domande alle quali si dovrà rispondere perchè da una prima analisi vi sono alcune opacità e forse un piccolo giallo. Lo scriviamo con tute le cautele del caso, ovviamente, ma nella convinzione che ogni dubbio vada fugato.

Pare infatti che un velivolo uguale, (lo stesso?) anche nella matricola I-8548, si era schiantato il 28 gennaio scorso ad Artena, in provincia di Roma. In quell’incidente rimasero ferite le due persone che si trovavano a bordo del velivolo – due romani di 69 e 75 anni. Ad avere la peggio il pilota, per il quale era stato necessario il trasporto con l’eliambulanza in un ospedale della Capitale. In particolare, si legge sulla stampa di quei giorni, l’incidente aereo è avvenuto intorno alle 10:30 dopo che l’ultraleggero Pioneer 300 era appena decollato dall’aviosuperficie di via di Cori, ad Artena, provincia sud della Capitale. Una volta presa faticosamente quota, il velivolo è precipitato schiantandosi al suolo. Probabilmente un guasto tecnico aveva reso impossibile per il velivolo prendere quota regolarmente e solo la conformazione piatta del terreno (non boscosa come nel caso di Lusevera) aveva reso meno disastroso lo schianto al suolo. Correlando i due incidenti restano gli interrogativi, e non sono i soli, su quel numero di matricola che voci insistenti nell’ambiente danno per essere lo stesso, come se l’aereo di Roma fosse risorto dalle proprie ceneri (o meglio rottami) per tornare magicamente in volo e poi purtroppo diventare cenere per davvero. Siamo certi che gli inquirenti dipaneranno l’arcano, come andrà dipanato anche quello relativo alla reale proprietà del velivolo in uso ad alcuni piloti Pan e alle manutenzioni alle quali, in regime di “autocertificazione”, l’aereo era sottoposto . A tale proposito interessante è quanto appare sul sito Aviation Safety network.