Mattarella mette il dito nella piaga: nella società e nella politica “concezione rapinatoria della vita”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è persona eccessivamente loquace, ma quando parla lascia il segno. E' stato così anche ieri quando ha pronuncia un discorso appassionato al Salone di Torino dove ha incontrato i ragazzi del Servizio missionario giovani (Sermig), anche la scelta della platea non è certamente stata casuale. "C'è una corruzione che vediamo diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita" ha detto Mattarellla puntando con decisione il dito sulla grande questione della perdita dei valori e dei riferimenti ideali nella politica italiana che pare solo impegnata nella gestione del potere senza una bussola precisa, senza una meta reale che vada oltre oltre il concetto di “vincere”. Parole pesanti come pietre quelle che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella pronuncia al Salone di Torino dove ha incontrato i ragazzi del Servizio missionario. Quello della corruzione è un fenomeno che fa indignare, dice il capo dello Stato che cita il Papa.
“I corruttori sono i peggiori peccatori, lo ha scritto Papa Francesco prima di diventare arcivescovo di Buenos Aires. Parole di fuoco che condivido”. “Ognuno cominci a riflettere su se stesso”, ha invitato Mattarella, secondo cui è fondamentale guardare se stessi e capire quali sono gli errori che si fanno nel quotidiano perché troppo spesso si punta il dito su ciò che fanno gli altri senza accorgersi che si ha lo stesso comportamento. "La corruzione, il potere fine a se stesso - insiste Mattarella - sono conseguenza di una caduta della politica. Di un suo impoverimento. I giovani si allontanano e perdono fiducia perché la politica, spesso, si inaridisce. Perde il legame con i suoi fini oppure perde il coraggio di indicarli chiaramente". E ancora : "La politica smarrisce il suo senso se non è orientata a grandi obiettivi per la umanità, se non è orientata alla giustizia, alla pace, alla lotta contro le esclusioni e contro le diseguaglianze. La politica diventa poca cosa se non è sospinta dalla speranza di un mondo sempre migliore. Anzi, dal desiderio di realizzarlo. E di consegnarlo a chi verrà dopo, a chi è giovane, a chi deve ancora nascere". Sul dramma dell'immigrazione il presidente della Repubblica invita a "riflettere sul motivo per cui vengono, sul fatto che lasciano con sofferenza le loro case per sfuggire alla morte o alla fame e vogliono venire in Europa perché qui c’è pace e libertà". Italia ed Europa devono riflettere:"Non solo i governi ma anche tutte le persone. Abbiamo prodotto civiltà, libertà e democrazia , non possiamo non essere all’altezza dei nostri valori. La politica diventa poca cosa se non è sospinta dalla speranza di un mondo sempre migliore. Anzi, dal desiderio di realizzarlo. E di consegnarlo a chi verrà dopo, a chi è giovane, a chi deve ancora nascere". E ai giovani dice: non abbiate paura, fatevi sentire. "Non abbiate timore di imporre i vostri temi all’attenzione degli adulti, non pensiate che il vostro punto di vista sia meno importante per loro. Spesso gli adulti hanno l’abitudine a che le cose vadano male e a non ascoltare i messaggi positivi che vengono dai giovani ma c’è sempre tempo per correggere queste abitudine e contribuire a un mondo sempre migliore".