L’idea divina del femminile nella Mostra di Illegio

Caravaggio

Caravaggio

Se dicessi che ho visto Caravaggio e Rubens, Pinturicchio e Ricci, Piazzetta e Bassano, Veronese e Hayez, di certo pensereste che ho visitato un importante museo in una grande città, e invece no: sono andato semplicemente a Illegio in Carnia a visitare la mostra “L'ultima creatura. L'idea divina del femminile”, organizzata dalla Pieve di Tolmezzo.
Sì, i nomi sono altissimi e le opere vengono da prestigiose collezioni – Uffizi, Musei Vaticani, Accademia di Venezia, Quadreria del Quirinale - e sono state collocate nella Casa delle Esposizioni per dirci (parafrasiamo il nome di un film famoso) che Dio ha bisogno delle donne.
Quali i loro nomi? Eva, Sara, Rebecca, Rachele, Tamar, Miriam, Debora, Giaele, Dalila, Betsabea, Ester, Giuditta. Anche chi ha soltanto orecchiato il Vecchio Testamento o visto qualche film “colossal” americano ne ricorda almeno alcune e a Illegio può rivederle protagoniste di decisivi episodi della storia biblica, raccontati con i pennelli da grandi maestri: David e Betsabea, Giuditta che uccide Oloferne, Dalila che taglia i capelli di Sansone … !
L'importanza delle mostre tematiche di Illegio, che si susseguono da diversi anni ormai, non può essere posta in dubbio, perché sono il frutto della creatività di organizzatori capaci di individuare un “tema” e di documentarlo con il linguaggio dell'arte riunendo in un punto di esposizione opere sparse in diverse collezioni. Detto in altri termini, quasi nessuno dei visitatori sarebbe in grado di individuare il “tema” e di andare poi a vedere le opere che lo “svolgono” in Musei talvolta distanti fra loro.
La mostra di Illegio rappresenta, quindi, non soltanto un'occasione per meditazioni religiose ma anche un autentico regalo estetico per quanti vorranno salire fin lassù, dove potranno godere anche di altri beni culturali inseriti in un paesaggio di grande bellezza: il Mulin dal Flec, per esempio, la cui ruota, mossa dalla limpidissima acqua che sgorga da una olla sul fianco della montagna, ancora macina chicchi di granoturco; la passeggiata fino all'antica Pieve di San Floriano, che custodisce affreschi databili fra il Duecento e il Seicento, e altari lignei del Cinque-Seicento; per concludere con i piatti tipici della cucina carnica.
Una visita a Illegio, prima del 4 ottobre, da martedì a domenica (il lunedì solo per gruppi prenotati), sarà quindi il miglior modo per dire grazie agli organizzatori della mostra e per vivere un giorno fra insospettabili bellezze artistiche e naturali.
Per informazioni rivolgersi alla Casa delle Esposizioni (tel. 0433 -44445; o432054; oppure pieve_tolmezzo@libero.it).

Gianfranco Ellero