L’arte si apprezza a lume di candela

Gerrit van Honthorst, Cristo dinanzi a Caifa

Gerrit van Honthorst, Cristo dinanzi a Caifa

Gerrit van Honthorst, uno dei grandi protagonisti europei del linguaggio pittorico naturalista di matrice caravaggesca, è in mostra agli Uffizi di Firenze fino al 24 maggio.

Quando si parla di penombre e di lumi di candela nell'arte, pensiamo al Barocco e al maestro dei chiaro scuri per eccellenza: Caravaggio.
Ma all'epoca il Merisi fece scuola, persuadendo moltissimi giovani talentuosi, anche stranieri, ad abbandonare la loro tecnica per abbracciare quello che presto venne chiamato lo stile Caravaggiesco. Uno di questi fu l'olandese Gerrit van Honthorst, sceso a Roma intorno al 1610 assieme a quella nutrita schiera di artisti che, originari della cittadina di Utrecht, divennero dei veri e propri seguaci di Michelangelo Merisi.
Ma tornando ai chiaro scuri e al chiarore delle candele, Honthorst fu talmente abile ad apprendere la tecnica dal suo “mentore”, che presto all'Urbe divenne famoso con il pseudonimo di Gherardo delle Notti.
Ed è proprio a lui che gli Uffizi di Firenze stanno dedicando uno spazio privilegiato che non può essere ignorato dagli amanti dell'arte e del Barocco in particolare.
Il visitatore si troverà di fronte a una quarantina di dipinti eseguiti in Italia e che ben rappresentano il percorso artistico dell'olandese. Si inizia, infatti, con le opere dal gusto squisitamente nordico come il “Cristo morto con due angeli” dato in prestito dal Palazzo Reale di Genova, per poi passare alle tele conviviali di stile fiorentino, come la “Cena con sponsali”, “Buona ventura”, “Cena con suonatore di liuto” e “Cristo dinanzi a Caifa” appartenuto a Vincenzo Giustiniani e ora prestigioso prestito della National Gallery di Londra.
Non mancano, inoltre, le tre meravigliose pale d'altare, la “Santa Teresa incoronata da Cristo”, eseguita per la chiesa genovese di Sant’Anna, la “Decollazione del Battista” per Santa Maria della Scala a Roma e la “Madonna in gloria con i Santi Francesco e Bonaventura” committenza per la chiesa dei Cappuccini di Albano.

Cena con suonatore di liuto

Cena con suonatore di liuto

Una sezione della mostra documenta anche l’importanza di Gherardo sulle fortune della pittura a lume di notte attraverso opere di artisti di grande rilievo come, tra gli altri, Trophime Bigot, Rutilio Manetti e Mathias Stomer; senza considerare la presenza di due dipinti di Abraham Bloemaert, maestro di Honthorst a Utrecht, che dimostrano la sua evoluzione stilistica dalla fase tardo manierista della fine del XVI secolo a quella dei primi anni venti del XVII.

 Il violinista allegro

Il violinista allegro

Infine l’esposizione chiude con un interessante confronto con alcuni dei maggiori maestri contemporanei a Honthorst, tra i quali Dirck van Baburen e Hendrick Terbrugghen, due suoi concittadini considerati tra i maggiori pittori olandesi del XVII secolo. Gli italiani sono invece degnamente rappresentati da Spadarino e Bartolomeo Manfredi, autore, al pari di Gherardo, di bellissime scene conviviali.

Natività-Van-HonthorstLa visita alla mostra si carica di maggiore interesse anche per il fatto che l'artista olandese fu tra i più richiesti da parte di collezionisti di primissimo piano nella storia dell'arte, come il già menzionato marchese Giustiniani, il Granduca di Toscana Cosimo II (che acquisì le quattro tele di Honthorst oggi conservate proprio agli Uffizi) e Piero Guicciardini, ambasciatore a Roma dei Medici che gli commissionò nel 1619 la grande “Adorazione dei pastori” per la sua cappella nella chiesa fiorentina di Santa Felicita; opera compromessa dall’attentato mafioso degli Uffizi nel 1993.