Per la sinistra sarà Waterloo o solo Caporetto. Sarà sconfitta definitiva o ci sarà possibilità di riscossa?

Difficile commentare quanto successo nelle urne, ma un dato appare chiarissimo, il popolo italiano chiede una svolta, ma i dati delle elezioni politiche by Rosatellum consegnano al futuro una scarsa possibilità di governabilità. Fare un esecutivo in grado di governare sarà infatti possibile solo attraverso delle unioni contronatura. Detto questo, appare chiaro che l'elettorato ha parlato chiaro premiando le forze, che pur con mille contraddizioni, sono percepite come alternative al governo del Paese che invece il renzismo ha gestito con arroganza e attraverso un progetto che poco o nulla aveva a che spartire, soprattutto a livello economico e nele politiche del lavoro, con una vocazione popolare e di sinistra. Solo sul piano dei diritti civili si è battuto qualche colpo, ma neppure fino in fondo. Per il resto si è dato più peso alle richieste di un mondo finanziario che al proprio storico bacino elettorale. Si è puntata la barra verso il centro, lasciando che le istanze tradizionali delle periferie della grandi città, ma soprattutto dando diffusa percezione di essere forza di potere poco sensibile alle istanze popolari se non elargendo mancette che neppure sul piano comunicativo hanno effetti di lungo termine. Alle richieste di sicurezza legate anche alla questione migrazioni si è risposto tardivamente e con ricette muscolari poco credibili e soprattutto con scarsa incisività rispetto alla questione europea pretendendo il rispetto degli accordi a costo di rompere con la Ue. Non alzando la voce si è dato spazio alle proposte “sovraniste” di Lega e M5S. Che i problemi esistano o meno è la percezione di questi fra la gente che conta e la percezione era fortissima, così quegli spazi sono stati occupati da forze, Lega e grillini che hanno saputo parlare di più e meglio al ventre molle del paese, utilizzando parole d'ordine anche becere ma dicendo alle persone quello che volevano sentirsi dire sia sul piano delle richieste economiche che su quelle sociali. Ma non era solo un problema di comunicazione, perchè se sei all'opposizione puoi permetterti di proporre ricette salvitiche irrealizzabili, ma quando sei al governo le cose le devi fare. Da oggi bisognerà dare quelle risposte che la gente comune si attende e per grillini e Lega sarà missione quasi impossibile. Del resto in assenza di collanti ideologici, l'elettorato è volatile e quanto avvenuto oggi al PD può accadere a chiunque se non gioca bene le proprie carte. Bisogna dire in ogni caso che è difficile pensare di fare peggio di quanto fatto dal PD, non solo su piano di governo, con scelte di campo innaturali per una forza di sinistra e abbracciando la precarizzazione del lavoro, globalizzazione e l'erosione dei diritti come risposta alla crisi economica e soprattutto alle richieste che arrivavano dai salotti della finanza e dall'impresa. Questo fra l'altro probabilmente non cambierà con le nuove forze in campo. Ma questo lo vedremo, oggi quello che serve analizzare è la debacle del PD, che ha tradito la propria natura svoltando decisamente su un terreno improprio e nei fatti completando un progetto che era più del centrodestra berlusconiano che della sinistra come storicamente intesa. Un errore che non ha un unico responsabile, Matteo Renzi, ma l'intero partito che si è lasciato smantellare e che ha smesso di parlare e di occuparsi di quello che una volta era chiamato il proletariato e che oggi, pur avendo cambiato anagrafe e in gran parte mestieri, ha percepito il PD come il partito di potere sordo, cieco e saccente, rispetto alle esigenze delle persone. Anche l'operazione LeU ha evidenziato i propri limiti, una fusione tardiva fra sigle apparse subito rissose per spartizione di poltrone virtuali non era quello che poteva affascinare quel voto in fuga, finito prevalentemente nelle spire dei grillini, percepiti comunque come alternativa antisistema o nel movimento della Bonino, come segnale anti Renzi ma cercando di fare teoricamente “meno male” possibile. Una delle componenti di LeU, Mdp, composta dai fuoriusci del PD dell'ultima ora non sono stati percepiti come alternativi ad un PD, forse altra credibilità avrebbero avuto fossero usciti all'epoca dell'approvazione del jobs act, infatti anche se è vero che molti erano critici di questo non vi è stata percezione effettiva fra la gente. Anche l'operazione di Potere al Popolo non ha pagato, perchè quando ci si presenta alle elezioni e non si prende un seggio non si può dire di aver vinto e neppure pareggiato. Diciamolo apertamente, da oggi bisogna che la sinistra inizi una riflessione profonda, non tanto o meglio non solo sui suoi programmi, ma sul suo modo di comunicarli, di riprendere contatto con la gente, di riconquistare quella fiducia delle persone. Solo così quella che questa mattina è una Waterloo potrà diventare “solo” una Caporetto nella speranza che alla sconfitta possa seguire una riscossa.