La Grecia ha pronto un piano da 12 miliardi. Sono lacrime e sangue per tutti, ma vogliono decidere loro chi far piangere di più

Un pacchetto di riforme dal valore di 12 miliardi di euro da realizzare in due anni. Sarebbe questo il piano di Atene per evitare un ritorno della recessione dopo mesi di difficili negoziati con i creditori, almeno secondo i giornali greci in edicola questa mattina.  Il governo di Alexis Tsipras ha, come è noto,  tempo fino a domani per presentare una nuova proposta di accordo ai suoi partner europei ed è probabile che la proposta arrivi a Bruxelles in "zona Cesarini" all'ultimo momento.  In realtà delle bozze sono probabilmente già sui tavoli dei ministri delle finanze europei cercando di avere preventivi si e no per arrivare venerdì mattina ad un documento che sia potabile quasi per tutti. Di certo non sarà potabile per i tedeschi e per i falchi che dovranno, almeno per ragioni di immagine interna, fare la faccia cattiva per poi magari ammorbidirsi. Almeno questa è la speranza in Grecia, ma inutile nasconderlo, anche per i paesi come l'Italia che potrebbero prendere presto il posto dietro alla lavagna d'Europa se Atene dovesse finire espulsa dalla "scuola".  In ogni caso vi saranno tre giorni, cioè fino a domenica per trovare l'accordo. In caso contrario, la Grecia rischia l'uscita dalla zona euro. Ieri il premier greco ha parlato all'Europarlamento e ha promesso le riforme in cambio del taglio del debito. "I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, sono stati dati per salvare le banche europee e greche", aveva aggiunto dicendo una verità inoppugnabile che e smascherando l'ipocrisia che ha pervaso Bruxelles in questi anni a trazione teutonica. Tornando alla bozza di piano ellenico, questo sarebbe da 8 a 12 miliardi: “Si stima che le misure da 8 miliardi di euro che la Grecia ha presentato per il 2015 e 2016 dovranno essere incrementate di due miliardi all'anno, raggiungendo un totale di 12 miliardi in due anni", scrivono i media ellenici precisando che quest’anno, invece della crescita ottimistica prevista dello 0,5%, dopo mesi di incertezza  portano a “stime recessive  di circa il 3%”. Ma i greci pur accettando il piano "lacrime e sangue" vogliono gestirlo in maniera autarchica, "mantenendo a parità di saldi" le agevolazioni fiscali per le isole. Ad esempio il quotidiano  Naftemporiki, conferma  che il pacchetto varrebbe dai 10 ai 12 miliardi di euro, ma entra anche nei dettagli di quella che definisce una proposta per alzare le tasse: un aumento di quelle per le imprese dal 26% al 28%; un aumento dell'Iva sui beni di lusso dal 10% al 13% e su cibo, ristoranti, trasporti e alcuni servizi sanitari del settore privato dal 13% al 23%; sugli hotel dal 6,5% al 13%. Naftemporiki, però, specifica appunto che per la loro situazione di svantaggio logistico  le isole continuerebbero a godere delle agevolazioni fiscali che i creditori internazionali in una logica di omogenizzazione che non si presti a "trucchi" (come quello di trasferire  le ragioni sociali delle società nelle isole ndr)  hanno cercato di eliminare. Resta ancora aperto il capitolo pensioni, forse il più delicato, non è ancora chiaro come il governo di Tsipras deciderà d’intervenire.