“ITALEXIT”? NO, NOI RESTIAMO GLI AZZURRI SOGNANO L’EUROPA

Come cantava Mimmo Modugno, “Me-ra-vi-glio-sol”. Abbiamo 'matato', dominandola, la strafavorita Spagna bi-campione d'Europa e nostra 'bestia nera'. Due gol e potevano esser di più.
E sabato a Bordeaux ci attende alle 21 la Germania campione del mondo, contro la quale abbiamo però una lunga tradizione favorevole. Gli azzurri di Conte hanno imitato noi nell'82 in Spagna: criticati, sfavoriti, e invece trionfatori nella finale di Madrid (guardacaso battendo i 'kartoffel').
E ora permettete anche a me, siculo-libico-comasco, di usare la terminologia tanto in voga dopo il referendum inglese. Nonostante le assenze che hanno tormentato Conte (Marchisio è rimasto a casa, Candreva non ce l'ha fatta a recuperare) allo stadio parigino di Saint Denis non c'è stata l'”Italexit” tanto temuta. Noi restiamo in Francia e il sogno europeo del calcio azzurro continua.
Dopo “Questa o quella per me pari sono”, detto quando gli chiedevano se negli Ottavi preferiva incontrare la Spagna o la Croazia, stavolta, ricordando l'impietoso 4-0 subìto dalle 'furie rosse' di Del Bosque a Kiev, nella finale dell'ultimo Europeo, ha affermato: “Vendetta, tremenda vendetta”. Conte evidentemente conosce a memoria il “Rigoletto”.
Pur non essendo pari a quella formazione 'stellare', come si è visto anche nell'amichevole giocata in marzo nel nuovo stadio di Udine, i perni della Spagna sono sempre quelli collaudati: Iniesta, Piqué, Fabregas con il loro 'tiki-taka' (possesso palla) e l'aggiunta di un asso come Morata che, dopo averlo avuto alla Juve, Conte vorrebbe anche al Chelsea.
Data l'assenza di Candreva, il Ct non ha potuto fotocopiare formazione e modulo che tanto avevano entusiasmato contro il Belgio, e invece la squadra ha fatto ancor meglio. La partita era un vero spartiacque del nostro Europeo, un possibile trampolino verso da gloria. E il successo, come si è detto, garantisce l'ennesimo confronto con la Germania, campione del mondo in carica, bella, ma un po' vanesia.
I tedeschi hanno problemi in fase risolutiva non avendo più i bomber che li hanno resi famosi, da Muller a Seeler, infine al laziale Klose. Ma è bene non fidarsi: loro non mollano mai, anche se li credi 'alla frutta'. L'abbiamo visto pure in Brasile 2 anni fa, quando vinsero il loro quarto Mondiale, pareggiando il nostro 'score'.
Il fatto è che, avendo vinto il nostro girone, siamo entrati nei locali in cui 'alloggiavano' le squadre (con l'Argentina) più forti del Pianeta. Ora, quindi, il percorso potrebbe essere in discesa. Ma non fidarsi è meglio...

CLAUDIO GENTILE
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