Isis, prosegue l’azione di propaganda psicologica anche in Italia e nel califfato nasce l’intelligence

L’Isis ha avviato la creazione di un servizio segreto e nel contempo aumenta la propria capacità di intelligence e propaganda anche in Italia. Sarebbero queste le ultime novità emerse dai rapporti dei servizi dei vari paesi occidentali che si occupano delle dinamiche del Califfato. I capi del Daesh in Siria e in Iraq in sostanza negli ultimi incontri hanno deciso di istituire alcune unità “sotto copertura” che opereranno nei due paesi per recuperare informazioni sui movimenti del nemico e per sventare le uccisioni mirate dei propri leader da parte di gruppi paramilitari. In particolare a Mosul, dove il Free Officers Movement (Fom) sta sistematicamente eliminando tutti i capi della formazione jihadista (l’ultimo in ordine di tempo è stato il consigliere militare di Abu Bakr a-Baghdadi, Wisan Kanan). Gli 007 dell’Isis dovranno mimetizzarsi tra la popolazione e a questo proposito saranno autorizzati a tagliarsi la barba e a parlare male dell'Isis anche in pubblico. Il loro obiettivo sarà infiltrarsi all’interno delle istituzioni locali e tra i militari, a tutti i livelli, per guadagnare la fiducia dei superiori e dei colleghi. Nulla di diverso da quanto fatto da sempre dai servizi di ogni paese con gli infiltrati. Ciò per ottenere l’accesso ai piani, alle frequenze delle radiocomunicazioni e a tutte quelle informazioni utili per organizzare preventivamente la difesa delle roccaforti e per individuare e neutralizzare i movimenti dei nemici prima che questi agiscano. A questa azione si sta unendo anche un'azione di "guerra psicologica" verso l'esterno che secondo i servizi italani aumenterà di intensità, un fattore secondo gli 007 italiani da valutare "con attenzione" anche se allo stato non vi sarebbero “elementi specifici di allarme". Ambienti dell'intelligence italiana leggono cosiì i messaggi di minaccia jihadista postati nelle ultime ore in rete. Sarebbero messaggi scritti a penna su foglietti e fotografati a Roma e Milano per dimostrare così la presenza di “attivisti” sul territorio italiano. Si tratterebbe in sostanza solo di propaganda mediatica, alla vigilia di un appuntamento atteso come l'Expo (non a caso fanno notare i servizi nelle foto appare anche Milano). Ma pur non sottovaludando le minacce l'intelligence italiana invita a non cadere nella trappola, e a non elevare sistematicamente al rango di Isis tutto quello che circola sul web perchè c'e anche "chi sfrutta il brand per fare carriera". Un tentativo cioè di accreditarsi nei confronti del califfato che comunque non lascia tranquilli. Tornando invece alle operazioni nei territori controlati dal califfato, compresi quelli in Libia, la creazione di una intelligence dell’Isis è di certo un nuovo salto di qualità nelle attività strategiche del terrorismo islamista, si è saputo fra l'altro che la loro struttura organizzata di intelligence si dividerà in due branche operative: la prima, che opererà all’interno delle istituzioni e la seconda, agirà mischiandosi tra la popolazione. I due “assetti” faranno rapporto a corrieri, che provvederanno a far pervenire le informazioni ai leader degli jihadisti. Questi, infine, decideranno come comportarsi. La preoccupazione principale al momento per l’Isis non è ora l'azione mirata degli attacchi esterni, ma quella delle uccisioni mirate dei propri capi a opera di soggetti ignoti e indipendenti. Infatti nel califfato operano a macchia di leopardo unità paramilitari che mantengono segreta la propria esistenza, ma che si sono fatte già palesate in azioni che hanno eliminato negli ultimi mesi figure di spicco del Daesh a Idlib e a Mosul. Ed è proprio la loro condizione di clandestinità e segretezza che sta preoccupando e mettendo in seria difficoltà la formazione terroristica, che non riesce a identificare un nemico a cui poter rispondere con la consueta violenza.