In Cina l’inquinamento impone un prezzo troppo alto da pagare non solo ai cinesi

La Cina, il colosso non più dormiente dell'estremo oriente, sta pagando un prezzo altissimo per il suo vigoroso sviluppo economico. In pochi decenni l'economia del paese è passata da una struttura essenzialmente agricola, con bassissimi livelli produttivi, a una fortemente industrializzata, con un passaggio a tappe forzate che ha richiesto enormi sacrifici in termini ambientali. La tutela dell'ambiente, infatti, è stata completamente sacrificata sull'altare dello sviluppo industriale, con conseguenze devastanti per l'intero paese. Nel giro di un paio di generazioni, enormi paesaggi verdi sono stati trasformati in aree miasmatiche e quasi invivibili. Al disastro ambientale si accompagna anche un altissimo prezzo in termini di vite umane: secondo uno studio privato appena pubblicato, in Cina l'inquinamento uccide in medio 4 mila persone al giorno. Una cifra davvero impressionante, una sorta di genocidio silenzioso che si consuma quotidianamente, nascosto da un muro di omertà più o meno volontaria.

Gli scienziati della Berkeley Earth, un gruppo di ricerca indipendente finanziato in gran parte da borse di studio, attribuiscono la responsabilità dei decessi soprattutto alle emissioni delle centrali a carbone e in particolare alle minuscole particelle note come PM2,5 che possono scatenare attacchi di cuore, ictus, cancro ai polmoni e asma. Il risultato alla fine di ogni anno è spaventoso: 1,6 milioni di decessi all'anno, pari al 17% del livello di mortalità della Cina. "In termini pratici - si legge nel documento -, è come se ogni uomo, donna e bambino fumassero 20 sigarette ogni ora e mezza, riducendo la propria aspettativa di vita di 20 minuti ogni ora di esposizione all'inquinamento".

Mettendo sul piatto della bilancia anche il recente disastro di Tianjin, viene spontaneo domandarsi se tutto questo abbia veramente un senso... Se i benefici del progresso economico, la possibilità di potersi permettere lussi e agi un tempo impensabili, possono giustificare la distruzione (in senso letterale) dell'ambiente in cui tutti noi viviamo, la sistematica devastazione dell'ecosistema, l'obbligo di circolare con una mascherina perchè l'aria è diventata irrespirabile e quasi velenosa. Le foto che circolano sul web a dozzine sono davvero inquietanti, e ricordano molto da vicino paesaggi di mondi futuristici devastati dal progresso e dalla tecnologia fuori controllo (alla Blade Runner), ma qui siamo già andati molto oltre. Ed è successo già oggi.

E' veramente questo il presente ed il futuro che i cinesi vogliono per se e per i propri figli? Qualcuno ha pensato che i devastanti effetti di questo nefasto sviluppo non resteranno a lungo circoscritti all'interno dei confini cinesi? Quanti altri segnali di allarme dovremo aspettare, quanto ancora deve peggiorare la situazione prima che qualche Paese (a partire dalla Cina stessa) ponga fine a questa sistematica follia?