Il Parlamento scopre l’acqua calda e quello che tutti sanno ora è ufficiale: L’Isis è coinvolto nella gestione dei traffici di esseri umani

Certo il ruolo istituzionale gli affida anche il compito di essere prudente, ma affermando come novità la scoperta dell'acqua calda, poteva prevedere che dal punto di vista comunicativo la furbata non sarebbe passata inosservata. Ma evidentemente non l'ha pensata così il Capo della polizia Alessandro Pansa che in audizione alla prima Commissione della Camera non ha trovato di meglio che comunicare quanto da mesi tutti i giornali hanno scritto e tutti sanno: "Sospettiamo che organizzazioni terroristiche operanti in Libia, come l'Isis, siano coinvolte nella gestione del traffico di migranti". Poi Pansa spiega, le ipotesi degli investigatori sono emerse solo "negli ultimi tempi, l'anno scorso e nei primi mesi di quest'anno infatti non si avevano segnali". Sarà, ma sarebbe bastato solo ascoltare i racconti dei migranti fatti ai microfoni o davanti ai taccuini dei cronisti per avere le conferme che si cercavano. Ma c'è una seconda considerazione da fare, alle parole del capo della Polizia sono subito seguiti i lanci di agenzia ed il web ha immediatamente “sparato” la notizia come fosse davvero uno scoop. C'è da rimanere basiti più per la trattazione della notizia che per la non informazione che Pansa ha dato alla Commissione della Camera, il sospetto è che queste audizioni se non proprio una perdita di tempo del costoso lavoro dei parlamentari, siano come i vecchi cineforum, si rivedevano film già visti e li si commentava come fossero fotogrammi freschi di giornata. Comunque prendendo atto che l'informazione istituzionale ha le sue regole stantie, resta il valore della ufficialità. A differenza dei mesi scorsi, ha spiegato successivamente il capo della Polizia perchè tutti sappiano e non possono negare di sapere, "abbiamo oggi dei sospetti che ci possa essere in Libia il coinvolgimento del terrorismo e, soprattutto, uno sfruttamento economico da parte loro del traffico di migranti". "Non abbiamo però - ha aggiunto - ad oggi alcun elemento per dire che terroristi si imbarcano o vengono mandati in Italia". Pansa ha poi ribadito che "è evidente che non possiamo escluderlo, visto che il flusso è enorme. Il rischio dunque esiste ma non esiste alcun riscontro ad oggi". Dall'analisi di intelligence ed investigatori, ha proseguito, "risulta che, per quel che riguarda l'Isis, fa la chiamata a sé, in Siria o in Libia. Non manda i combattenti verso il nostro territorio. Questo risulta". E dunque, "il sospetto principale - conclude - è che in questi territori, Libia ma anche Eritrea, i gruppi terroristi possano sfruttare il traffico di migranti a fini economici, per poi finanziare quello che vogliono. Si tratta di un sospetto, di cui non abbiamo riscontri". Insomma il pericolo Isis per il nostro Paese non è escludibile, è come il terremoto si sa che prima o poi ci sarà, ma nessuno può dire quando e dove. Certo le parole di Pansa volevano essere contestualmente d'allarme ma non di panico, d'attenzione ma non di sopra valutazione, insomma un equilibrismo che consentirà di dire, se dovesse succedere qualcosa, l'avevo detto che serve. Tutto molto tipico in un Paese come l'Italia dove spesso c'è confusione di ruoli, dove quando la politica è incapace, arrivano i tecnici che rapidamente diventano politici ancora più incapaci di quelli che dovevano sostituire, come insegna la recente storia dei governi. Quindi assoluzione piena per Pansa che giustamente ha fatto sentire alla politica quello che voleva sentire. Per fortuna altro è agire su campo e Pansa in questo, nel suo lavoro reale di poliziotto è certamente funzionario di altissimo livello.

Fabio Folisi