Grillo dispone una nuova linea “europea” al M5s per mero calcolo di potere: Addio a Farage viva i liberali di Alde. Il commento di De Monte e Serracchiani

Bisognerà attendere l’esito della consultazione a sorpresa indetta questa mattina da Beppe Grillo, ma tutto lascia pensare che l’operazione sia stata orchestrata per avvallare, come quasi sempre, le scelte del leader massimo del M5s, così, nonostante la sorpresa e un pizzico di irritazione che traspare dalle reazioni della base grillina, la improvvisa svolta di Grillo in Ue sarà tranne improbabili sorprese “legge” per gli attivisti del M5s, europarlamentari europei compresi. Tutto dovranno omologarsi al pensiero unico, pena la solita ondata di epurazioni ma questa volta in punta di “nuovo regolamento”. Ma ricostruiamo la vicenda, con il fondatore M5s che di primo mattino chiude di fatto all’alleanza con Farage e apre ad un asse con i liberali di Alde. Propone di votare sul suo blog – “dalle 10 alle 19 di oggi 8 gennaio e dalle 10 alle 12 di domani 9 gennaio” – quale futuro dare al Movimento 5 stelle in Europa. Non proprio una cosetta marginale, così senza dibattito e per molti probabilmente senza capire neppure cosa possa voler dire per il futuro del movimento. Si lascia il gruppo Efdd di Farage & c per diventare improvvisamente “liberali”. Spiega Grillo sul blog: “Con lo straordinario successo del Leave, Ukip ha raggiunto il suo obiettivo politico: uscire dall’Unione europea”, questa la premessa. E allora si può “confluire nel raggruppamento dei Non Iscritti” oppure la scelta che indica Grillo è quella di entrare nel gruppo politico Alde (Alliance of Liberals and Democrats of Europe), i liberaldemocratici. Rimanere “in Efdd equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune”, stare invece con l’Alde vorrebbe dire “acquisire un peso specifico di notevole importanza nelle scelte che si prendono”. Perché il gruppo – ora conta 68 eurodeputati – “diventerebbe la terza forza politica al Parlamento europeo”. Con questo cambiamento di marcia M5s potrebbe “rappresentare l’ago della bilancia: con il nostro voto – scrive Grillo – potremo fare la differenza e incidere sul risultato di molte decisioni importanti per contrastare l’establishment europeo”.
Insomma la scelta per stessa ammissione di Grillo non sarebbe dettata da profonde scelte di programma o ideologiche su una linea politica ma alla “convenienza” numerica, al peso, a diventare “l’ago della bilancia” a prescindere. Un bel risultato per un movimento che doveva essere rivoluzionario con le sue idee e che invece sembra essere entrato nelle peggiori logiche di spartizione del potere della vecchia politica.
Per Grillo che, evidentemente, ha uno strano concetto dell democrazia interna, il fatto che quasi nessuno tra gli europarlamentari fosse a conoscenza di questa novità è un particolare senza importanza dato che in realtà è chiaro che nel M5s solo uno vale uno e gli altri valgono zero, li si vuole burattini, portavoce che moltiplichino le volontà del capo e della ormai famosa “associati” . Comunque contenti loro, anche se è bene che i milioni di italiani che gli hanno affidato il voto comincino a meditare. Fra l’altro la vicenda non è neppure strategicamente una buona idea, da sponda agli altri partiti che approfittano del palese scivolone dei grillini che non solo sono sempre più in difficoltà dove governano, ma si prestano a cambiare alleanze a gettone e dopo quella davvero imbarazzante con Farage scegliono di fare il salto della quaglia per mero calcolo di potere.

Le reazioni del Pd

Ovvie le reazioni soprattutto dal Pd: “Prendiamo atto della svolta liberale del M5S, che da oggi apre all’euro e al Ttip”. Afferma, l’eurodeputata del Pd, vice capodelegazione italiana nel gruppo S&D, Isabella De Monte, sottolineando che “dopo la svolta garantista ora arriva quella liberale di Grillo: ottimo esempio di come le battaglie dei grillini si fermano dove inizia la convenienza dettata dai numeri”.
Aggiunge De Monte: “siamo curiosi di capire come reagiranno gli eletti del M5S in Parlamento e nelle regioni, visto che l’alleanza con il gruppo dell’Alde proposta da Grillo manderebbe al macero alcune delle battaglie storiche portate avanti dal movimento, come quella contro la moneta unica e il patto transatlantico per il commercio”.
“Grillo – afferma De Monte – definiva “impresentabile” Guy Verhofstadt, capogruppo dell’Alde, mentre oggi sostiene la praticabilità di un percorso politico comune nel Parlamento europeo. Ricordo che Verhofstadt è un leader convintamente federalista e fondatore del Gruppo Spinelli. Il gruppo dell’Alde ha nel suo dna il liberismo, il mercato unico europeo, la moneta unica, il sostegno dei trattati commerciali, tra cui naturalmente il Ttip, avversato dal mondo pentastellato. Una loro possibile alleanza – osserva De Monte – ci fa capire come le battaglie dei grillini abbiamo fiato e gambe corti”. “Credo infine – conclude De Monte – che una decisione così importante avrebbe richiesto un dibattito serio, con il coinvolgimento dei deputati eletti, a quanto pare ignari della singolare iniziativa”.
Dura anche la vicesegretaria del Pd e governatrice de Fvg Debora Serracchiani: “Per rispetto verso chi li ha votati, per la dignità della rappresentanza italiana al Parlamento europeo, spero che i deputati eletti a Bruxelles nelle liste del M5S abbiano uno scatto d’orgoglio e non si facciano telecomandare da Grillo&Casaleggio”.
“Mentre arrivano i complimenti di Farage per la politica antieuro e antimigranti – ha continuato Serracchiani – apprendiamo che gli stessi eurodeputati M5S sono all’oscuro che è stata indetta una votazione online per scegliere il gruppo cui aderire. Di fronte a questa conduzione ormai esplicitamente oligarchica del movimento, che non deve rendere conto a nessuno di scelte fatte non si sa dove, appare un bene prezioso‎ – ha concluso – che per la nostra Costituzione i parlamentari siano eletti senza vincolo di mandato”.