FESTIVALFILOSOFIA: UN MONDO “IN GARA”

Ci siamo. Da venerdì 16 a domenica 18 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo quasi 200 appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli e cene filosofiche. Dedicato al tema "agonismo", il festivalfilosofia 2016, in programma in 40 luoghi diversi delle tre città, mette a tema la dimensione agonistica e competitiva che pervade non solo gli ambiti della vita collettiva, ma anche le forme di vita dei singoli. La sedicesima edizione del festival prevede lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti saranno quasi 200 e tutti gratuiti.
Il festival è promosso dal "Consorzio per il festivalfilosofia", di cui sono soci i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Fondazione Collegio San Carlo di Modena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Piazze e cortili ospiteranno oltre 50 lezioni magistrali in cui maestri del pensiero filosofico si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni dell’agonismo: specifica attenzione sarà data alla tensione tra competizione e collaborazione, rintracciandone anche il portato evoluzionistico nel comportamento animale e sondando alcune delle principali passioni umane coinvolte, come l’invidia o l’aggressività. Si indagheranno le valenze della concorrenza economica e ci si concentrerà sul valore positivo che il conflitto può rivestire nella vita delle democrazie. Si darà inoltre rilievo alla "gara" per eccellenza, discutendo i significati antropologici e culturali dello sport.
Quest’anno tra i protagonisti si ricordano, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Roberto Esposito, Umberto Galimberti, Michela Marzano (lectio "Gruppo Hera"), Salvatore Natoli, Federico Rampini, Massimo Recalcati, Stefano Rodotà, Emanuele Severino, Carlo Sini, Julio Velasco (Lectio "Rotary"), Stefano Zamagni (Lectio "Confindustria Modena") e Remo Bodei, presidente del Comitato scientifico del Consorzio. Nutrita la componente di filosofi stranieri: tra loro i francofoni Chantal Mouffe, Jean-Luc Nancy, Jean-Nöel Missa, Georges Vigarello e Marc Augé, che fa parte del comitato scientifico del Consorzio; il tedesco Peter Sloterdijk e lo statunitense Hans-Ulrich Gumbrecht, i britannici Zygmunt Bauman e Ellis Cashmore, il francese di origine argentina Miguel Benasayag. Sedici in totale i volti nuovi che l’edizione convoca. Alessandro Bergonzoni consiglierà come non avere incidenti al "passaggio a livello" agonistico.
Il programma filosofico del festival propone anche la sezione "la lezione dei classici": esperti eminenti commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema dell’agonismo: dall’anima in conflitto del Fedro di Platone alla concordia civica nella Politica di Aristotele fino al conflitto nelle volontà nelle Confessioni di Agostino. Per l’età moderna si discuteranno l’elogio dei tumulti di Machiavelli e la neutralizzazione del conflitto sostenuta da Hobbes. Una lezione ricostruirà la lotta di classe teorizzata da Marx, mentre si discuterà anche il Così parlò Zarathustra di Nietzsche. L’idea che la politica sia rapporto tra amico e nemico verrà rintracciata nella teoria di Schmitt, mentre Se questo è un uomo di Primo Levi fornirà indicazioni sulla natura della violenza.
Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo coinvolge performance, reading e spettacoli che avranno per protagonisti Ernesto Assante e Gino Castaldo, Ugo Cornia, Marina Massironi, Gregorio Paltrinieri, Marina Senesi, Andrea Zorzi e Beatrice Visibelli, Andrea Scanzi. Non mancheranno i mercati di libri e le iniziative per bambini e ragazzi.
Trenta le mostre proposte in occasione del festival, tra cui una sulla passione per gli album di figurine Panini, una sul fallimento del Novecento tra conflitti e guerre, una collettiva di fotografia sui migranti nelle isole greche, una sulla sfida dell’artista ai suoi modelli, una sui ritratti dei protagonisti della contestazione giovanile.
Un ampio progetto dal titolo "Modena futurista", tra mostre, performance teatrali, concerti, narrazioni e laboratori presenterà al pubblico un’esperienza d’avanguardia che rinvia alla serata futurista nella quale a Modena fu presentato il primo dei celebri "intonarumori".
E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per i quasi ottanta ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 19 settembre è previsto il "Tiratardi", con iniziative e aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.
Oltre 50 lezioni magistrali: il pensiero della gara
Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà di concorrenza e competizione sportiva, conflitti democratici e passioni della rivalità, senza dimenticare che lotta e contesa sono il fondamento tanto della vita biologica, quanto della stessa filosofia.
Il nostro tempo rivela una dimensione agonale e competitiva che sembra pervadere non solo gli ambiti della vita collettiva, ma anche le forme di vita dei singoli, dando inediti significati all’intuizione filosofica originaria che vede nel polemos, nella contraddizione e nella contesa, la genesi di tutte le cose.
Il lavoro dell’edizione fornirà riflessioni per riformulare la tensione tra competizione e collaborazione, indagando tanto le valenze della concorrenza economica, quanto il valore positivo che il conflitto può rivestire nella vita delle democrazie. Darà inoltre rilievo alla “gara” per eccellenza, discutendo i significati antropologici e culturali dello sport.
Strutturato per gruppi di questioni, il programma filosofico porterà pertanto in primo piano un lessico concettuale a più voci dove si confronteranno prospettive filosofiche plurali e anche divergenti.
1. L'agone fondamentale
La prima pista individua alcune grandi configurazioni della contesa a partire dal capovolgimento che Emanuele Severino compie del celebre detto di Eraclito per cui «polemos è il padre di tutte le cose»: per Severino è piuttosto la "cosa", concepita dal pensiero greco classico come oscillante tra essere e nulla, ad essere madre di tutte le contraddizioni e di tutti i conflitti.
Nel contesto astrofisico, il pòlemos si traduce nelle violente collisioni cosmiche, come la fusione di due buchi neri, capaci di generare increspature nello spazio tempo, lasciando come tracce le "onde gravitazionali" scoperte proprio nel 2016: a parlarne saranno Paola Puppo e Fulvio Ricci, responsabile scientifico di Virgo, l’équipe dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che ha collaborato con la statunitense Ligo per giungere allo straordinario risultato.
Nell’orizzonte scientifico moderno, il campo della contesa fondamentale si è riproposto anche come "selezione naturale" e "lotta per la vita". Alcune lezioni metteranno in luce gli esiti più recenti della ricerca in materia di evoluzione e i conseguenti aggiornamenti concettuali: Telmo Pievani insisterà sul carattere non deterministico, bensì casuale e contingente della selezione; Enrico Alleva, studioso del comportamento animale, sottolineerà il paradosso dell’altruismo come vantaggio evolutivo. Anche la scoperta dei neuroni specchio sembra fornire una base fisiologica all’intersoggettività e, di qui, alla disposizione cooperativa e mutualistica dei primati, come riferirà Vittorio Gallese, uno dei suoi scopritori.
In controcanto, Paolo Virno, mostrerà che anche una piccola particella grammaticale come il "non", introducendo la negazione, ha il potere di interrompere l’evidenza della percezione sensibile e persino di negare l’umanità altrui, con tutte le conseguenze antropologiche e politiche che ne derivano.
Vita e politica, del resto, sono strettamente congiunte in dispositivi di pensiero e pratiche che vanno sotto il nome di "biopolitica": Roberto Esposito, uno dei maggiori protagonisti del dibattito internazionale su questi temi, porterà la riflessione nel cuore del presente, analizzando quanto il conflitto e la dimensione agonale dell’esistenza incidano sulla crisi di identità dell’Europa.
La sfera pubblica è anche l’arena dove si confrontano e confliggono i valori di riferimento delle comunità: Roberta de Monticelli presenterà un tentativo di sottrarli alla dimensione del relativo per ancorarli a un fondamento assoluto di verità.
Se la condizione della specie è contraddistinta da confini mobili e cangianti, Bodei sottolineerà soprattutto quelli che abitano il soggetto individuale e le lotte che oppongono il sé a se stesso per superare i propri limiti morali e intellettuali.
Sarà Massimo Cacciari, infine, a discutere la mossa agonica compiuta dal pensiero filosofico in quanto tale: costitutivamente dialettica, la filosofia argomenta infatti sempre nel più rischioso dei rapporti, quello dialogico.
2. La concorrenza
Uno dei perni della vita pubblica nelle società avanzate, da molti ritenuto quello fondamentale, è il principio della concorrenza. In essa sembrano condensarsi libertà e merito, pari opportunità e vantaggi collettivi. Categoria essenzialmente economica, si rivela più complessa di quanto possa sembrare a prima vista: Zygmunt Bauman ne traccerà lo sfondo discutendo se la disposizione concorrenziale sia connaturata agli uomini o sia un prodotto della cultura; Stefano Zamagni (nella Lectio "Confindustria Modena") mostrerà come essa non coincida necessariamente con la logica dell’interesse privato, in quanto la finalità dei partecipanti al gioco del mercato può essere anche di tipo altruistico; Federico Rampini ne mostrerà le implicazioni negli accordi internazionali di liberalizzazione degli scambi, con le relative ricadute in termini di trasparenza e competizione fiscale tra gli Stati. E proprio la competizione internazionale, che fa oscillare continuamente gli Stati tra anarchia e ordine, guerra e pace, sarà oggetto della lezione di Luigi Bonanate.
La presa della concorrenza sul nostro tempo, infine, attraversa anche le vite individuali: Michela Marzano, nella sua Lectio "Gruppo Hera", mostrerà come l’esistenza dei singoli sia sempre più gestita in modo manageriale, basando la vita personale su modelli di performance e competizione di matrice aziendale.
3. Polis e conflitto
La terza pista tematica si focalizza in primo luogo sul valore che il conflitto può assumere entro la vita delle democrazie liberali, che riconoscono la legittimità dell’avversario politico: Chantal Mouffe mostrerà in particolare come il pluralismo conflittuale e negoziato possa beneficiare le democrazie radicalizzandole; contro le pretese monopolistiche delle "etiche della verità", Gustavo Zagrebelsky ribadirà che le democrazie necessitano di discordia tra opinioni e valori e di un confronto basato sul rispetto reciproco e le garanzie costituzionali.
L’attenzione verrà poi rivolta all’emergere di nuovi "nemici" e nuove forme di conflitto per effetto delle trasformazioni in atto sul piano globale: l’ostilità verso ogni diversità culturale può giungere a vere e proprie "strategie di inferiorizzazione" che, come mostrerà Alessandro Dal Lago, equiparano stranieri e minoranze a veri e propri nemici; Miguel Benasayag perorerà una pratica del conflitto inteso come base del vivere insieme, discostandosi dalle posizioni illusorie e complementari della tolleranza zero e della pace universale; Stefano Rodotà si soffermerà sul conflitto tra diritti che emerge quando i diritti di cittadinanza e quelli di riconoscimento fondati sulla dignità della persona entrano in tensione per effetto ad esempio dei flussi migratori. Anche il paradigma politico fondato sul dualismo "amico-nemico" – come sosterrà Carlo Galli – sta assumendo una nuova veste: dal conflitto tra capitale e lavoro alle minacce securitarie del terrorismo, il "nemico" è divenuto invisibile, essendo collocato non più al di là, ma all’interno, dei confini della società.
La dialettica politica deve essere preservata e il pluralismo valorizzato anche nei processi di pacificazione, nei quali, come mostrerà Andrea Riccardi, è fondamentale il contributo di attori a vari livelli, dagli Stati alle organizzazioni internazionali e a quelle non-governative. E se la guerra pare diventata di fatto forma e condizione della vita pubblica su scala planetaria, più necessario risulta lo sforzo per pensare e praticare l’alternativa della pace, come sosterrà Umberto Curi. Jean-Luc Nancy, uno tra i più rilevanti pensatori della relazione con l’altro, presenterà un originale ripensamento della belligeranza del pensiero e delle armi della critica di fronte al suo svuotamento contemporaneo.
Il fascino del militarismo e delle armi è d’altronde un nemico insidioso: a partire da Simone Weil e dalla sua lettura dell’Iliade in rapporto all’ascesa del nazismo, Nadia Fusini mostrerà come il pensiero femminile del Novecento abbia elaborato una possibile via d’uscita dall’esaltazione maschile della forza.
4. Passioni agoniche
La dimensione agonica dell’esistenza fa leva su alcune disposizione passionali e psichiche che si manifestano sul crinale tra individuale e collettivo, indicando tanto alcune costanti dell’azione umana quanto il portato dell’epoca e delle culture.
Tra di esse spiccherà la passione estrema, quella che conduce alla lotta suprema contro la morte, nel momento in cui la vita si avvia alla fine ed è ingaggiata dall’agonia: Umberto Galimberti ne traccerà la fenomenologia. Passione "democratica" e ambivalente, fondata su una malintesa forma di comparazione e competizione, l’invidia verrà discussa nelle sue implicazioni da Elena Pulcini. Silvia Vegetti Finzi affronterà invece la questione dell’aggressività soprattutto nei gruppi adolescenziali, mostrandone una funzione evolutiva, laddove lo scontro sostiene la crescita, e una distruttiva, come nel caso dei bullismi. Nelle forme di esclusione e discriminazione, Nicla Vassallo vedrà all’opera pregiudizi, emozioni incontrollate, chiusure cognitive capaci di generare disgusto e repulsione ingiustificati.
In un’epoca dominata dal principio del successo e della prestazione, Massimo Recalcati si soffermerà sull’importanza del fallimento, dandone una lettura lacaniana: in quel che pare una mancanza agli occhi dell’Io si può scorgere, dal punto di vista dell’inconscio, un atto riuscito che mette a valore la perdita e lo scarto.
Il pathos della vittoria e soprattutto della sconfitta, con i suoi riti e le sue appartenenze totemiche, sarà discusso da Marc Augé tramite la volontà di rivincita che consente più di un parallelo tra mondo sportivo e mondo politico
5. La gara
Agòn è fin dalla sua radice luogo di gara, spazio pubblico in cui si compete per primeggiare, per avanzare elevandosi. Carlo Sini mostrerà anzitutto come l’emulazione, cioè la spinta a superare in valore il contendente nella gara, costituisca fin dalle radici greche una peculiarità etica e antropologica dell’Occidente. Ancora sulle origini greche si soffermerà Eva Cantarella per ricostruire il modello educativo che trovava nel ginnasio il luogo di esercizi tanto atletici quanto intellettuali.
Nella sua lettura antropologica degli esercizi di elevazione, Peter Sloterdijk mostrerà come le differenze connesse al potere e al privilegio si siano trasformate in differenze connesse alle performances di auto-elevazione, decretando il successo dell’allenamento sportivo nella tarda modernità. L’inestinguibile presenza del doping e la progressiva affermazione della medicina migliorativa, di cui parlerà Jean-Noël Missa, andranno parimenti a sottolineare il carattere "artificiale" dell’esistenza.
In chiave sociologica, Georges Vigarello indicherà come il modello sportivo plasmi la relazione immaginaria con la stessa democrazia, fornendo valore mitico all’idea di una riuscita sociale fondata sul merito e il talento.
Su un piano strettamente etico e antropologico Salvatore Natoli presenterà la lotta in vista della gloria come terreno elettivo delle virtù, mentre Enzo Bianchi darà al tema un’intonazione spirituale, soffermandosi sul combattimento interiore che ciascuno deve compiere per vincere la tentazione e sul regime della prova come esperienza essenziale di libertà.
Accostata come gioco, la gara si presenta anche come tensione tra una componente disinteressata, fondata su piacere e godimento, e una componente arrischiata, perché il gioco comporta sempre una sfida e un azzardo, ossia un "mettersi in gioco" verso se stessi o verso gli avversari, come mostrerà Pier Aldo Rovatti.
Con un drastico cambio di quadro, Ellis Cashmore rintraccerà il tema della gara in un fenomeno tutto contemporaneo e mediatico come quello dei talent show, dove la spettacolarizzazione della competizione e l’eguaglianza di opportunità dei partecipanti vanno di pari passo con il voyeurismo di un pubblico affamato di conflitto e crudeltà.
Al di là delle interpretazioni sociologiche e culturali per le quali lo sport ha sempre un significato funzionale in relazione ad altro (il marketing, la salute, il prestigio, il potere), Hans-Ulrich Gumbrecht discuterà il valore intrinseco dell’attività sportiva, coincidente con la pura bellezza estetica che si ricerca guardandone le azioni. La gratuità del gesto atletico, che lo rende aggraziato in senso etimologico, sarà sottolineata anche nella lezione di Francesca Rigotti.
Un protagonista come Julio Velasco, tra i più vincenti allenatori di pallavolo di sempre, si soffermerà nella sua Lectio "Rotary" sull’importanza del lavoro motivazionale per fare squadra, cruciale non solo per la performance dei team sportivi, ma per ogni dinamica di collaborazione.
Per non avere incidenti al "passaggio a livello" agonistico, Alessandro Bergonzoni, artista della parola e dei suoi mille sensi, consiglia di "battere le ali", cioè: "meno corporativismi da carne battuta, meno squadre, sfide, meno medaglie, petti, polli, cosce, e più coscienze, alate".
6. La lezione dei Classici
Completerà come di consueto il programma filosofico la sezione "Lezione dei classici": grandi interpreti del pensiero filosofico discutono le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema dell’agonismo.
Mario Vegetti commenterà il Fedro di Platone, dove il celebre mito della biga alata presenta un conflitto nell’anima presa tra spinte ascensionali e discensionali.
La Politica di Aristotele sarà discussa da Enrico Berti per mostrare come quest’opera si imperni su un’idea di concordia concepita come amicizia civica capace di disinnescare il potenziale distruttivo della contesa. A un conflitto delle volontà che nel teatro dell’anima mette in scena la lotta tra spirituale e carnale, bene e male, divino e umano dedicano ampie riflessioni le Confessioni di Agostino, su cui farà lezione Remo Bodei.
L’orientamento agonistico che vede nel conflitto un valore positivo nella sfera pubblica ha tra i suoi vari antecedenti la difesa del tumulto operata da Machiavelli nei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, di cui parlerà Antonio De Simone. Viceversa Giacomo Marramao ricostruirà forse il più influente tra i paradigmi politici fondati sul principio della neutralizzazione del conflitto e della costruzione dell’ordine, ossia quello del Leviatano di Hobbes.
Alla teoria che ha visto nella lotta tra le classi il motore dialettico della storia, ossia quella de Il Capitale di Marx, è dedicata la lezione di Marcello Musto. Commentando Così parlò Zarathustra di Nietzsche, Giuliano Campioni farà emergere una figura, quella del funambolo, che per Nietzsche è emblematica del tipo di esercizio e del destino riservato all’uomo del cambiamento.
Venendo agli esiti novecenteschi, l’idea di Schmitt che la relazione politica fondamentale sia quella dell’ostilità tra amico e nemico verrà ricostruita da Nello Preterossi in una lezione su Il concetto del "politico".
Le dinamiche di conflitto e di concorrenza cui giungevano i prigionieri dei campi di sterminio è uno dei temi di Se questo è un uomo di Primo Levi e testimonia la spinta a "complicare il male nazista" che ha contraddistinto l’opera di questo autore: ne discuterà Simona Forti.
Un nutrito programma di eventi, tutti gratuiti, affiancherà le lezioni magistrali del festivalfilosofia dal 16 al 18 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo.