E’ ufficiale, Pordenone ha il suo candidato sindaco di centrodestra, è Alessandro Ciriani, già presidente della Provincia. Ma un esposto adombra dubbi sul suo passato operato

La notizia era di inizio mese, l'ex presidente della Provincia di Pordenone Alessandro Ciriani (Fratelli d'Italia) scenderà in campo per la poltrona di sindaco del capoluogo della destra Tagliamento e per farlo si è creato un movimento civico nato, diceva la stampa locale un paio di settimane fa, da “pordenonesi che arrivano dal mondo delle associazioni, delle professioni, dell’impresa” che vogliono presentarsi alle prossime amministrative con un programma di rottura e con il candidato sindaco Alessandro Ciriani. Il gruppo denominato “Pordenone cambia” sarebbe al lavoro dalla scorsa primavera e proprio un paio di giorni fa è stato presentato ufficialmente il “Manifesto per Pordenone”. “Un programma pensato solo su Pordenone e sulla sua specificità" ha spiegato Ciriani alla stampa. "Perché volendo proporre un progetto civico e quindi trasversale, non possiamo avventurarci su temi nazionali o etici in cui ognuno ha idee diverse”. “L’obiettivo è lavorare per Pordenone, con tutte le persone che ci stanno, ha precisato. Capisco che questo possa creare difficoltà ai partiti, ma è uno sforzo che chiediamo a tutti” ha spiegato ancora il candidato sindaco, per far uscire Pordenone dal grigiore. Sia chiaro, pur avendo anche criticato Pedrotti (sindaco uscente di centrosinistra ndr) , riconosco le difficoltà che ha dovuto affrontare in questi anni – spiega Ciriani –, ma credo che Pordenone abbia bisogno di un cambiamento profondo”. Il movimento promotore del “manifesto” e dell conseguente candidatura di Ciriani, si colloca in realtà nell'area di centrodestra, tanto che ad anticipare i passi della futura lista civica era stato Pietro Tropeano, medico, già consigliere comunale di centrodestra, da sempre vicino ad Alessandro Ciriani e portavoce del nuovo movimento che nelle dichiarazioni riportate dal quotidiano locale “il Messaggero Veneto” due settimane fa diceva:”Crediamo ancora nel valore delle persone e vediamo in Alessandro Ciriani, amministratore e politico onesto, efficiente presidente della Provincia, il miglior candidato a guidare questo cambiamento per far ripartire la nostra città». Insomma il già presidente della estinta Provincia di Pordenone sfiderà il centrosinistra orfano in questo momento di candidati certi dato che l'uscente Claudio Pedrotti ha deciso di non ricandidarsi. Lo ha comunicato lui stesso ufficialmente nel settembre scorso dopo un incontro di maggioranza adducendo "motivi personali, perchè ha spiegato il primo cittadino, altri cinque anni non li avrei retti". In realtà la decisione di Pedrotti è legata al fatto che solo una parte del Pd era propensa a sostenerlo, mentre il resto della maggioranza lo voleva già in panchina. Ma tornando alla candidatura Ciriani va detto che alcune ombre si addensano all'orizzonte, quanto siano nere però sarà da vedere. Nulla di certo o definitivo ovviamente, ma un esposto con alcune argomentate e pesanti accuse sulla sua attività di Presidente della Provincia è stato presentato il 28 agosto scorso da Gian Luigi Bettoli nella sua qualità di presidente dell’associazione Legacoopsociali regionale del Friuli Venezia Giulia. Nell'esposto corredato da numerosi documenti, Bettoli rivolgendosi al Procuratore della Repubblica di Pordenone chiede di indagare sul fatto che l'ente, allora presieduto da Ciriani, avesse sottoscritto “ben cinque convenzioni consecutive con una sola cooperativa”, la cooperativa “I Tigli 2” di Gorgo al Monticano (Tv), “fino a quel momento sconosciuta nel territorio friulano”. Si legge ancora nell'esposto: “...Da ulteriore verifica è inoltre risultato che il più volte citato dott. Ciriani, nel periodo in cui era ancora presidente dell’Amministrazione Provinciale, ed in particolare a partire dal 14.1.2014, cioè nell’anno in cui lo stesso ente approvava finalmente la convenzione-quadro e si sottoscrivevano le prime convenzioni, aveva iniziato un rapporto professionale con la cooperativa “I Tigli 2”, finalizzato all’espansione commerciale della suddetta cooperativa in provincia di Pordenone”. Fosse vero quanto affermato da Bettoli (che ha allegato allo scopo una visura camerale dal quale si evince appunto l'incarico a Ciriani) l'odore di bruciato si farebbe ben percepibile. Sempre nell'esposto si leggono altri fatti di presunto malcostume che anche non fossero rilevanti sul piano penale perchè magari possibili in forza di qualche discutibile regolamento, denoterebbero quantomeno una certa scarsa “eleganza” nelle contaminazioni fra Ente pubblico e società private. Infatti si legge: “è documentato che un rapporto professionale è stato anche sottoscritto (anche se in questo caso autorizzato dall’ente) tra la responsabile del servizio Collocamento Mirato Disabili della Provincia - COMIDIS - dott.ssa Flavia Maraston e la cooperativa I Tigli 2”. Inoltre prosegue la denuncia del presidente dell’associazione Legacoopsociali Fvg Bettoli: “la visura camerale della Società cooperativa sociale Fvg servizi Onlus evidenzia l’associazione, ed il ruolo temporaneo anche di amministratore, del dott. Gianfranco Marino, già dirigente dell’Amministrazione Provinciale, e in alcuni casi firmatario per l’ente delle convenzioni con la cooperativa I Tigli 2”.
Amare le conclusioni di Bettoli che chiede si indaghi se tali comportamenti sono stati corretti o meno: “Riteniamo in conclusione che quanto qui documentato evidenzi il comportamento irregolare di alcuni amministratori e funzionari dell’Amministrazione Provinciale, oltre che di amministratori di alcune cooperative. Situazione che pensiamo potrà essere ulteriormente precisata attraverso opportune verifiche documentali nelle sedi degli enti sopra citati. Non solo relativamente alla fattispecie qui evidenziata, ma anche ad altre analoghe”. Insomma secondo il presidente delle cooperative sociali le ombre sulla gestione Ciriani della Provincia pordenonese sarebbero molto nere. Da parte nostra come giornale non abbiamo gli strumenti per approfondire la vicenda ma riteniamo fondamentale, anche a garanzia dello stesso Ciriani in procinto di iniziare una campagna elettorale, che la Procura di Pordenone svolga le opportune verifiche.