Due bebè, pochi e tardi la Cina come il Giappone

 

La Cina si è completamente 'rimangiata' la legge del 1979 che imponeva un solo bambino per coppia, purché sposata. Pene severe per chi 'sgarrava'. Ora è possibile arrivare a due, ma la misura è giudicata troppo limitata e per giunta tardiva. In realtà da tempo le autorità di Pechino si erano accorti che quella norma era sbagliata, infatti nel 2013 ne fu emanata una correttiva che consentiva di avere un secondo figlio alle coppie con uno dei coniugi a sua volta figlio unico. Come arrampicarsi sugli specchi…
Nei 36 anni in cui è rimasta in vigore la vecchia legge vi sono stati ben 450 mila aborti forzati. Con la leggera svolta del 2013 ci si aspettava un aumento di 54 mila nascite: previsione rivelatasi troppo ottimistica. Infatti l'incremento raggiunse a stento le 30 mila unità.
Dato che la crescita reale dell'economia cinese, dopo i tanti anni di 'vacche grasse', è appena vicina al 5%, la struttura demografica della popolazione è sempre più vicina a quella giapponese, cioé anziana e stagnante. Il che vuol dire che Pechino non ha grandi spazi di manovra neppure con la nuova norma (inserita nel nuovo piano quinquennale approvato dal 'plenum' del partito). Il suo obiettivo palese è quello di arrestare la denatalità e 'spingere' l'economia fino a raggiungere almeno un incremento del Pil al 7%. Negli intenti, per raddoppiare gli standard di vita della popolazione rispetto al 2010, quando fu deciso il precedente piano di 5 anni.
Il problema originato dalla norma del 1979 era anche un altro: dato che sempre più famiglie entravano nella classe media, concentravano le loro risorse e attenzioni nell'educazione del figlio unico, trasformandolo così in un 'piccolo imperatore'.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it