CITTA’ DI OMERO E ONASSIS DA OASI A SEDE DEL TERRORE

Non è stato soltanto il sanguinoso attacco al tribunale di Smirne il giorno dell'Epifania (finora il primo atto dell'epica nera delle stragi) a smentire Erdogan e i Servizi segreti occidentali. Smirne, (Izmir in lingua locale), terza metropoli della Turchia con 4 milioni di abitanti dopo la capitale Ankara e Istanbul nonché città natale di Omero, di Seferis e di Aristotele Onassis, uno dei principali approdi del turismo internazionale, non è affatto un'oasi di pace come loro credevano (e speravano), ma il crocevia dei traffici che alimentano i terrorismi di varia matrice, dall'Isis agli indipendentisti curdi agli uiguri alimentati dalla mafia cinese.
Il fatto che finora vi fossero pochi controlli ne ha fatto l'ideale base per il terrore. Manovalanza facile da reclutare per la Siria (di cui rappresenta una retrovia) negli squallidi campi-profughi. O tra i lavoratori nelle numerose fabbriche tessili in cui, per un'euro all'ora, sfaticano per 12 ore al giorno bambini-operai.
Una zona grigia di sfruttamento e malaffare da cui sono salpate e fermate dai greci due navi cariche d'armi con materiale bellico destinato all'Isis in Libia. Sempre da qui sono partiti due terroristi che, dopo essersi fermati nell'isola greca di Leros, raggiunsero Parigi e fecero strage al Bataclan. E adesso, a quanto affermano gli inquirenti turchi, si annida con la sua famiglia l'attentatore del night club di Capodanno.
Ad agitare le acque dell'Egeo su cui si affaccia la metropoli é stato segnalato tutto il campionario del terrore, nemico del 'sultano': Isis, Pkk curdo, giovani e comunisti del Kurdestan,
ultrasinistra rivoluzionaria, ma finora nulla aveva messo in pericolo il turismo balneare.
Però adesso il fuoco ha cominciato a bruciare anche in quella che era l'oasi dell'Egeo.

AUGUSTO DELL’ANGELO
Augusto.dell@alice.it