Chiamate Giorgia 3131. Due comici russi si spacciano per africani e lei parla di politica estera con loro per 13 minuti

Il 18 settembre scorso due noti comici russi, Vovan & Lexus hanno chiamato al telefono la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, uno dei due si è finto un leader africano e incredibilmente è riuscito a parlare con la premier italiana. I due comici, ma questa volta striscia la notizia non centra, mentre su Mediaset, visti trascorsi putiniani della buonanima di Berlusconi, non ci metteremmo la mano sul fuoco. Comunque ottenuta la linea libera, chissà forse spacciandosi con il centralino anche per Giambruno, i due comici hanno coinvolto la Giorgia nazionale in una conversazione sulla politica estera di quasi 14 minuti. Il problema non è tanto il contenuto della telefonata, dato che la presidente del Consiglio è rimasta più o meno ferma sulle posizioni ufficiali del Governo, ma il fatto che, se pur abili, due “comici” abbiano bucato ogni sicurezza di palazzo Chigi senza che nessuno banalmente gli dicesse, “vi richiamiamo noi”, a quel punto il prefisso di Mosca avrebbe tradito i due burloni. Sui contenuti della telefonata resa pubblica solo oggi, forse qualche frase colloquiale di troppo che alimenterà alcune polemiche. La premier infatti confessa al presunto “presidente della Commissione dell’Unione Africana” tutta la sua amarezza per lo scarso sostegno che sente dal resto dell’Ue sulla gestione dei migranti, ma anche le sue perplessità e preoccupazioni per il prolungarsi della guerra tra Russia e Ucraina. “Siamo vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita. Il problema è trovarne una che possa essere accettabile senza distruggere il diritto internazionale”. Poi ancora “L’Ucraina non ha avuto il successo che ci si aspettava in primavera. Sta procedendo, ma non ha cambiato il destino del conflitto. Quindi tutti comprendono che (il conflitto) potrebbe durare molti anni se non proviamo a trovare delle soluzioni. Il problema è quale sia la soluzione accettabile senza aprire altri conflitti”. Sul tema migranti le parole sono anche più pesanti indirizzate alla Ue: «Negli ultimi 7-9 mesi sono arrivate oltre 120mila persone, principalmente dalla Tunisia, la situazione è veramente difficile da tutti i punti di vista: umanitario, logistico, di sicurezza». L’Ue sembra non capire: «Ha pensato per molto tempo di poter risolvere il problema scaricandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. Ma il problema è che agli altri non importa nulla», sbotta Meloni: «Spesso non rispondono al telefono quando li cerchiamo, e sono tutti d’accordo che l’Italia deve risolvere il problema da sola». E se in Europa non rispondono alla Meloni non così si comporta Palazzo Chigi con chiunque visto che dobbiamo credere, a questo punto, non sia difficile bucar filtri e sicurezze e parlare direttamente con Giorgia… con forse un eccezione, se all’altro capo del filo si palesasse un Giambruno qualsiasi.
Così mentre dalle opposizione si grida, giustamente, al pressappochismo e si chiede che la Premier riferisca in aula, dalle parti dell’entourage della premier si è sperato bastasse una nota di Palazzo Chigi: “L’Ufficio del Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il Presidente Meloni. L’episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dal Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre”. Oibò la pezza è peggiore del buco.