BLAIR RISORGE, MERKEL SPROFONDA MA AMBEDUE SONO PER NATO E UE

Dopo tanti anni Tony Blair risorge sulla scena politica. Dopo tanti anni (tre mandati quadriennali consecutivi come Camcelliera) Angela Merkel sprofonda nei sondaggi in vista delle elezioni politiche d'autunno in cui tutti la davano favorita per il poker. E invece è stata sorpassata dal leader dei socialdemocratici ed ex Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.
Visto il fallimento dei sondaggi a Londra per la brexit e sopratutto a Washington con la vittoria di Donald Trump, vanno prese con le molle. Resta comunque il fatto che frau Angela è data al 38% contro il 49 del suo avversario. Gioca contro di lei il boom degli xenofobi (sopratutto nell'ex Germania Est da cui proviene lei stessa) per la politica di apertura ai profughi siriani.
C'è soltanto un argomento, in reazione alla linea del nuovo Presidente Usa, che accomuna i due contendenti germanici: il sostegno dell'Ue e sopratutto della Nato, per la quale sono disposti a sborsare un sacco di euro.
Ma torniamo alla 'terza vita' di Tony Blair. Dapprima Premier dirompente, poi uomo d'affari nel giro lucroso delle consulenze. Ora lancia un movimento per salvare il Regno Unito dalla brexit che giudica perniciosa; in pratica un atto di sfida al nuovo segretario Jeremy Corbyn che ha spinto troppo in senso radicale il partito laburista caro a Blair. Vista la grande popolarità della nuova Premier, la conservatrice Theresa May, sarà un'impresa difficile.
Tony divenne leader del “Labour” a 41 anni, nel 1994, spostando al Centro il partito. Tre anni dopo diventò Premier e rimase al numero 10 di Downing Street fino al 2007, anno in cui assunse la carica di inviato dell'Onu per la pace.
Resurrezione dopo essere stato tanto amato, ma anche tanto contestato. In particolare per avere appoggiato Bush nella guerra in Iraq, “un'invasione ingiustificata”, Cosa lo spinge adesso al 'gran ritorno'? Il fatto di aver visto che da tempo il laburismo targato Jeremy Corbyn, anti-Ue, naviga lontano mille miglia dal suo “New Labour” degli Anni Novanta.
La lampadina decisiva gliel'ha accesa poi la brexit, il divorzio dall'Europa, che lui giudica “una sciagura che si può ancora evitare”. Perciò lancia un appello al 48% che al referendum ha votato per l'europeismo e che ora lui cerca di far diventare molti di più.
C 'è però il fatto che, a differenza dei 'tempi d'oro' di Blair, il partito laburista è spaccato e il suo “Governo-ombra” procede a stento fra dimissioni e licenziamenti per dissensi.

AUGUSTO DELL’ANGELO
Augusto.dell@alice.it