Arriva in forza di legge il “grande fratello” nei posti di lavoro. si chiama…. Caino

"L'accordo sindacale o l'autorizzazione ministeriale non sono necessari per l'assegnazione ai lavoratori degli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa, pur se dagli stessi derivi anche la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore". Insomma il grande fratello entra a gamba tesa nei posti di lavoro ed è facile immaginare che avrà l'amore fraterno che aveva Caino. Il testo della relazione illustrativa di uno dei decreti attuativi del Jobs act trasmessi alla commissione Lavoro della Camera dei deputati per il parere dispone di fatto la possibilità che diventa certezza che il datore di lavoro spii costantemente il lavoratore e basta aver lavorato in qualsiasi azienda privata per sapere che questa possibilità verrà utilizzata senza freni anche quando non vi sono ragioni precise ma solo come mezzo di pressione.
La Relazione, inviata ai membri delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, illustra lo schema di decreto su razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità. Il decreto - viene spiegato - prevede "la possibilità che i dati che derivano dagli impianti audiovisivi e dagli altri strumenti di controllo siano utilizzati ad ogni fine connesso al rapporto di lavoro, purchè sia data al lavoratore adeguata informazione circa le modalità d'uso degli strumenti e l'effettuazione dei controlli, sempre, comunque, nel rispetto del codice Privacy". Insomma basterà avvertire il lavoratore, guarda che ti spio ed evitare di farlo quando utilizza i servizi igenici (ma non i corridoi per arrivarci), il resto è tutto “libero”, una strana concezione della libertà che predisposta da un governo che si professa di sinistra diventa sindacalmente insopportabile.