Il secco "no" della Grecia al piano di austerity imposto dalla Troika, ha spinto in depressione i mercati finanziari, Milano in particolare ha perso un secco 4%. La netta vittoria del “no” al referendum che si è tenuto ieri in Grecia, inaspettata quantomeno nelle proporzioni, è un evento non particolarmente gradito al mercato, che vede rafforzarsi il negoziatore più inviso all’Europa e teme la crescente incertezzaDeterminante per tale risultato negativo, come sempre, l'elevata esposizione e fragilità dei titoli bancari, finiti ancora una volta preda dei ribassisti. Debole anche Wall Street, che ha contenuto le perdite a pochi decimi di punto.

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp - Bund è risalito a quota 162 punti base, molto peggio il titolo decennale greco che è schizzato ai massimi del 2012.

L'attenzione adesso si sposta sulla Bce, oggi il consiglio direttivo è chiamato  a confermare e probabilmente ad aumentare il tetto per la liquidità di emergenza (Ela, Emergency liquidity assistance) a favore delle banche del Paese ellenico. Stamani il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha tenuto una conference call con il presidente della Bce, Mario Draghi, con il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il presidente del consiglio Ue, Donald Tusk.

Più fredde e distaccate le dichiarazioni dei premier tedeschi (Merkel) e francese (Hollande), rispettivamente il primo e il secondo detentori di titoli di debito greco (al terzo posto ci siamo noi, ndr). A metà mattinata, l'ennesimo segnale di Gelo dal portavoce della cancelliera: "Allo stato attuale non vi sono le condizioni per avviare una trattative su un nuovo programma di aiuti".