SCOZIA PRESTO VIA DA LONDRA LE DUE IRLANDE VERSO L’UNITA’

I giornali scozzesi di Glasgow ed Edimburgo e quelli delle due Irlande (l'Eire indipendente di Dublino e le 6 contee che fanno capo a Belfast e che dal 1921 sono sotto il controllo di Londra) dopo la 'brexit' parlano apertamente di “piccola Inghilterra” e di “Regno disunito”.

Infatti in questi territori si è affermato nettamente il 'remain', cioé la volontà di restare nell'Ue: in tutti i 32 distretti della Scozia (62% dei voti) e in 11 delle 18 regioni delle due Irlande insieme (56% al 'remain').
Dovunque risuonano le note del “Black Bear”, l'inno dell'indipendenza accompagnato dall'urlo della gente “Vogliamo l'Europa”.
La situazione è però diversa sia negli obiettivi sia nei precedenti storici. Gli scozzesi vogliono semplicemente 'divorziare' da Londra e restare nell'Ue, gli irlandesi ci aggiungono la volontà di riunificare i due tronconi del Paese. In entrambi, comunque, è da prevedere a scadenza ravvicinata un referendum popolare per legittimare questa volontà.
E ora il passato: la Scozia, guidata carismaticamente dal mitico primo 007, Sean Connery, nel settembre 2014 bocciò con un altro referendum la secessione dal Regno Unito con una retromarcia all'ultimo momento sopprimendo per amor di patria e di Europa la sua secolare voglia di stare da sola.
Da sempre considerata una roccaforte dei laburisti, è ora guidata da un Premier-donna, Nicola Sturgeon, che ha fondato un nuovo partito uscito dalle 'costole del 'Labour', chiamato Nazionale, quasi un ripensamento formale per l'esito del referendum del 2014. Adesso dice che ha già pronte le carte per indire una nuova consultazione popolare.
L'Ulster, Irlanda del Nord, ha votato per il 'remain' in controtendenza rispetto a Londra. Anche qui una donna-Premier, Theresa Williers, conservatricde e amica personale di David Cameron, ma a titolo individuale a favore del 'leave'. Situazione ingarbugliata anche perché il “Sinn Féin”, ex braccio politico dell'Ira e secondo partito del Paese, preme per l'indipendenza e l'unità con l'Eire.
Qui c'è stata una guerra civile durata secoli, costata migliaia di morti, l'ultima dal 1969 al 1998, quando la precaria 'pace del Venerdì santo' mise una pezza al massacro. Da una parte i protestanti lealisti e dall'altra i cattolici, desiderosi di riunirsi con Dublino (Eire) dove la maggioranza è appunto cattolica.
Ma il contagio anti-Londra sembra inarrestabile e ne ha preso atto anche il Premier irlandese Enda Kenny che non chiude la porta alla prospettiva di un referendum con un doppio obiettivo: unità e permanenza nell'Ue.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it