Il paradosso di Macerata

Romano Carancini, Il sindaco (PD) di Macerata ha chiesto di sospendere tutte le manifestazioni nella sua città. La ratio di questa richiesta è la seguente: accomunare i cortei neofascisti pro-mancata strage ed il corteo antifascista previsto per sabato prossimo promosso da un cartello ampio di associazioni ed organizzazioni politiche e sindacali. Perché il sindaco se n’è uscito con una richiesta così gravida di conseguenze?
Per non turbare, dice, la cittadinanza scossa dalla morte di Pamela Mastropietro e dal terrorismo stragista di Luca Traini.
Ammesso e non concesso che i cittadini di Macerata possano sentirsi ugualmente turbati dalla presenza di fascisti esaltati dall’odio razziale e dalla presenza di antifascisti che intendono arginare tale odio, rimane il fatto che ciò che è accaduto a Macerata non riguarda evidentemente il solo capoluogo marchigiano. L’attentato di Traini rappresenta il livello apicale di uno stillicidio di decine e decine di aggressioni, accoltellamenti, incendi, omicidi messi in atto in ogni angolo di questo Paese, in questi anni, da militanti di Forza Nuova e Casa Pound.
Ciò che è accaduto a Macertata è una questione nazionale ed il supposto turbamento della cittadinanza, francamente, non c’entra nulla.
Un sindaco democratico presuntamente antifascista, visti i gravissimi accadimenti, avrebbe dovuto impedire lo svolgimento di parate o presidi di organizzazioni neofasciste, ma, oggettivamente impedito ad imporre il divieto dal fatto che suddette organizzazioni partecipano regolarmente alle elezioni per il Parlamento della Repubblica, pensa bene di impedire agli antifascisti di manifestare.
Alcune associazioni ed organizzazioni di spicco come Anpi, Libera, Cgil ed Arci aderenti al cartello della manifestazione prevista per sabato decidono di accogliere inopinatamente l’invito di Carancini per “rispetto istituzionale” dichiarando unilateralmente (ed arrogantemente) la sospensione della manifestazione.
Il Prefetto di Macerata Roberta Preziotti ed il ministro dell'Interno Marco Minniti, hanno quindi dichiarato che se tutte le manifestazioni nel capoluogo non verranno sospese, provvederanno a farlo loro d’imperio.
Ma la manifestazione di sabato ci sarà comunque dato che Potere al Popolo, Rifondazione Comunista ed altre realtà organizzate (compresi crediamo, molti iscritti ad Anpi, Libera, Cgil ed Arci) hanno semplicemente considerato irricevibile, per ovvie ragioni, la richiesta del sindaco Carancini.
Riassumendo: Vista la posizione del sindaco, visto l’imbarazzante dietro front di Anpi, Arci, Libera e Cgil, viste le solerti prese di posizione di prefetto e ministro e del loro dichiarato “imperio”, la manifestazione antifascista potrebbe diventare un problema di ordine pubblico con tutte le conseguenze che ciò comporterà.
Tutto ciò mentre Forza Nuova e Casa Pound, direttamente ed indirettamente difese dalle istituzioni che si candidano a governare nelle prossime elezioni politiche, saranno liberi di svolgere, se non cortei, di certo presidi e comizi…
A questo punto sorge spontanea una domanda: ma il rispetto istituzionale è davvero un assoluto quando le stesse istituzioni non fanno rispettare i valori costituzionali? I partigiani e le partigiane, con il loro esempio ed il loro sacrificio non ci insegnarono forse il diritto/dovere alla disubbidienza?
La partecipazione di molte donne e uomini alla manifestazione di Macerata questo sabato sarà evidentemente un atto legittimo e sacrosanto di disobbedienza antifascista, un coraggioso e attuale omaggio alla Resistenza, un modo per dire, nonostante le istituzioni, “restiamo umani”.
Gregorio Piccin