A VICENZA LA PRIMA RIUNIONE DEL GRUPPO DI ESPERTI G7 SUL PEACEKEEPING E PEACE BUILDING

Nell'ambito della Presidenza italiana del G7, il Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità (CoESPU) di Vicenza ha ospitato la prima riunione del Gruppo di Esperti G7 sul Peacekeeping e Peace Building. È quanto si apprende da una nota di Palazzo Chigi, in cui si sottolinea che il Gruppo svolge un’importante funzione di coordinamento delle iniziative dei Paesi G7 in materia di operazioni di pace e stabilizzazione post-conflitto, e cura i seguiti e l’attuazione delle decisioni assunte in questo cruciale settore in occasione degli annuali Vertici politici.
La riunione si è concentrata sull’addestramento dei Caschi Blu e delle unità di polizia da impiegare nelle operazioni di mantenimento della pace onusiane (attualmente 16, di cui 9 nel continente africano), ed in particolare sull’adattamento dei programmi di formazione a sfide e criticità emerse sul terreno. Si tratta di una questione di grande rilievo, anche alla luce dell’affermazione di tematiche di natura trasversale aventi un impatto sempre più rilevante sulla sicurezza, tra cui la protezione dei diritti umani e dei civili nelle aree di conflitto, il coinvolgimento delle donne nei processi di pace, la tutela del patrimonio culturale nelle situazioni di crisi, di cui il personale sul campo è chiamato a tenere conto nello svolgimento del proprio mandato. La discussione ha quindi consentito di valutare possibili strategie in ambito G7 per dotare i peacekeepers di sempre più elevate ed aggiornate competenze, conoscenze e standard etici e professionali in linea con i principi della Carta ONU, fondamentali per il buon esito delle missioni.
L’organizzazione dell’evento presso il CoESPU, gestito dall’Arma dei Carabinieri, a cui gli Stati Uniti contribuiscono finanziariamente, ricoprendo anche la posizione di Vice Comando, ha consentito di valorizzare il tradizionale impegno delle nostre forze armate nel peacekeeping onusiano, a partire proprio dalle attività di formazione ed esercitazione.
Dalla sua istituzione nel 2005, nel Centro sono stati infatti addestrate circa 10 mila unità di polizia impiegate in prevalenza in scenari africani. Durante la discussione sono state presentate anche le iniziative in ambito addestrativo condotte dal Centro di Eccellenza “Security Force Assistance“ dell’Esercito, focalizzato sulla riforma del settore della sicurezza attraverso programmi realizzati sia in Italia che nei Paesi beneficiari, anche in collaborazione con l’UE e altre Organizzazioni Internazionali. Inoltre, è stato illustrato il funzionamento della task-force Unite4Heritage dei Carabinieri per la tutela patrimonio culturale in contesti di crisi, conflitto e calamità naturali.
Oltre ai delegati dei Paesi G7, ai lavori hanno partecipato rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, Stato Maggiore Difesa, e di esperti e consiglieri militari delle Nazioni Unite, del Servizio Europeo per l’Azione Esterna, e dell’Unione Africana. La partecipazione, per la prima volta, di un delegato dell'Unione Africana, la principale organizzazione regionale del continente, ha costituito un indubbio valore aggiunto, dal momento che ha permesso di affrontare il tema del possibile sostegno dei G7 al raggiungimento dell’autosufficienza nel settore dell’addestramento dei Paesi in via di sviluppo, da cui provengono oltre i due terzi del personale militare e di polizia delle missioni onusiane.
Il secondo incontro del Gruppo si terrà a fine anno presso la Base Logistica delle Nazioni Unite di Brindisi, e avrà tra i temi cardine il rafforzamento dell’impegno dei G7 nella riduzione dell’impatto ambientale delle operazioni di pace, settore in cui la Base svolge un ruolo di primo piano.