VENEZUELA IN FIAMME: RESPINTA LA MEDIAZIONE DEL PONTEFICE

Bagno di sangue. Il Venezuela è in fiamme e da tre mesi ha imboccato la pericolosa deriva verso una sanguinosa guerra civile che ha già provocato negi ultimi giorni decine di morti. Il Paese caraibico è, dopo l'Argentina, lo Stato con più emigranti italiani (e in particolare friulani) oltre l'Atlantico. 'Liberato', come il Perù, la Bolivia e Panama da Simon Bolivàr, è ora retto dal Presidente-dittatore Nicolas Maduro, subentrato a Hugo Chavez, che era il grande amico di Fidel Castro.
La rivolta è scatenata da gran parte della popolazione (31 milioni di abitanti), in particolare dagli operai e dalla classe media, affranta da un'inflazione che ha superato il 500% e non accenna a fermarsi. Chiede a gran voce elezioni politiche che però il Presidente continua a negare.
C'è di più e di peggio. Rifiuta anche la mediazione di Papa Francesco che aveva fatto due 'miracoli': riavvicinare Stati Uniti e Cuba dopo decenni di odio e far finire la guerra in Colombia tra le agguerrite formazioni delle Farc e il Governo.
Lo stesso Vaticano è pessimista dopo il colloquio telefonico dl Pontefice con l'arcivescovo di Caracas, cardinale Urosas, e l'incontro dl segretario di Stato Pietro Parolini che ha portato a Maduro un messaggio di Sua Santità. Si è sentito dire che se 16 Stati dell'Osa (Organizzazione degli Stati americani) continueranno a osteggiare la sua politicva, lui ne uscirà.
Il caos è completo tanto che in una città vicina a Caracas è stata data alle fiamme una statua di Chavez. A favore del dittatore e del regìme si sono schierati i “coletivos”, bande armate sorte una decina di anni fa a difesa dei valori della rivoluzione bolivariana, e le Forze Armate, guidate dal 'numero 2' e 'uomo forte' del Governo, Diosdado Cobello , che a chiare lettere ha negato la possibilità di elezioni anticipate prima della fine dl mandato di Maduro, che scadrà al termine del prossimo anno.
Intanto, sia per l'Esecutivo che per l'opposizione, c'è il concreto pericolo di una generalizzata anarchia che metterebbe ancor più a terra questo Paese prostrato.

AUGUSTO DELL'ANGELO
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