Un friulano è ricco col cacao in più le saponette profumate

Ci son Paesi ricchi per il petrolio o per le miniere, la Costa d'Avorio lo è invece per il cacao, qui chiamato 'oro bruno'. La Repubblica ivoriana ne detiene il 40% della produzione mondiale e ciò fa 'ingrossare' dell'8% il Pil nazionale. Ciononostante resta agli ultimi posti nella classifica di sviluppo dell'Onu e il Governo si disinteressa quasi del tutto dei problemi dei coltivatori di cacao.
Ma di recente è nata un'altra fonte di ricchezza: la trasformazione degli scarti del cacao in saponette, anche profumate. Se ne producono 300 mila all'anno e con l'export garantiscono un guadagno di 1.000 euro annui alle lavoratrici, donne artigiane inserite in cooperative. Da un lato assicurano un business ecologico e dall'altro forniscono un lasciapassare per l'indipendenza economica femminile.
I 1.000 euro annui a noi sembrano poca cosa, ma per queste povere zone rurali il reddito medio per famiglia è soltanto di 2.500 euro all'anno. Non solo: questa novità modifica anche le relazioni familiari. Adesso i mariti guardano con ammirazione le mogli e le coinvolgono nelle scelte della comunità, cosa impensabile in passato.
A dirigere una di queste cooperative è un gemonese di Campolessi, Marc Zilli, da anni in Costa d'Avorio. Si dice molto soddisfatto dell'esperienza (e anche dei guadagni…).
Un successo l'aver coinvolto le mogli dei coltivatori di cacao: nel silenzio umido della foresta hanno capovolto il loro destino. Prima, infatti, si limitavano a spazzare il cortile di casa e a portare il pranzo ai mariti nelle piantagioni sotto il sole allo zenit. Al massimo, specialmente la domenica, decorate con treccine e ciocche rosso fuoco, bruciavano i gusci di scarto del cacao, miscelavano cenere e olio di palma.
Così ottenevano saponette brune. Da qui è nata la loro nuova attività. Il 'no' simbolico, ma deciso, alla miseria e al degrado.
Hanno avuto aiuti dall'Europa da produttori di cioccolato sotto forma di macchinari. Sensibili alle loro condizioni di vita, ma anche 'fiutando' il business. E adesso stanno studiando un nuovo progetto: destinare parte dei guadagni futuri a nuovi pozzi d'acqua, uno dei grandi problemi del Paese.
Una pietra tombale sull'era in cui, in questo lembo di Africa, il femminile valeva meno di niente.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it