Ue: non c’è complotto contro lo spaghetto alle vongole italiano

Non c'è un complotto dell'Unione europea contro lo spaghetto alle vongole italiano. A dirlo è la Rappresentanza in Italia della Commissione europea dopo le polemiche sulle dimensioni delle vongole dell'Adriatico, fuori norma secondo i parametri Ue per la pesca. "L'Ue non vieta di certo questo piatto della tradizione culinaria italiana, anzi, nel caso delle vongole, la normativa europea ha l'obiettivo di preservare la specie, particolarmente vulnerabile, e assicurare il mantenimento dello stock nel lungo periodo". Sulla base di questa “salvaguardia” che invece non viene applicata, come abbiamo visto, ai cittadini della Grecia evidentemente meno da tutelare rispetto alle specie ittiche, sarebbero dunque tutte illegali le 20mila tonnellate allevate nel Mar Adriatico, larghe non più di 22 millimetri: l’acqua dolce del Po, infatti, entrando nell’Adriatico riduce la salinità del mare e dunque le dimensioni delle mollusco. “Cambiano anche i fondali, oggi più fangosi e si riducono i fosfati - spiega Tonino Giardini, responsabile di Coldiretti Pesca -. La Ue ha recepito una vecchia norma nazionale che fissa la taglia commerciale delle specie ittiche in base alla loro maturità sessuale. In realtà le vongole la raggiungono già quando misurano 18-19 millimetri”. Ma niente da fare la Rappresentanza Ue sul sito insiste:"L'Ue non sta cercando, o per meglio dire, non ha cercato con il regolamento del 2006 di imporre all'Italia o ad altri Stati membri di adeguare le sue ricette culinarie a quelle del Nord Europa, come è stato ironizzato in alcuni articoli", anzi, "le misure previste dalla normativa europea sul pescato, oltre ad essere state pensate sulla base di pareri scientifici, hanno lo scopo di far sì che in futuro in Italia si possa ancora mangiare un buon piatto di spaghetti con le vongole". Per la Commissione infatti "la pesca di vongole di dimensioni inferiori a 25 millimetri provocherebbe, nel lungo periodo, una penuria di vongole che inciderebbe ancor di più sulle tasche del settore della pesca". Infine, "se il Governo italiano o altri saranno in grado di presentare prove scientifiche nelle prossime settimanale che provino come le vongole dell'Adriatico raggiungano la maturità a dimensioni inferiori, la Commissione potrà decidere una revisione della soglia, in base al principio di regionalizzazione previsto dalla recente riforma della Politica Comune della Pesca Ue".
Il problema però in realtà non è solo di “dimensioni” , che verrebbe da dire che per la Ue contano troppo, il problema a questo punto è di sovranità. Abiamo davvero bisogno di una comunità europea che detta legge a tavola, decide gli standard dei prodotti agroalimentari, stabilendo pesi, misure e contenuti in barba alla tradizioni spesso millanarie dei pasi riconosciuti unanaimamnte come ecclenze mondiali del gusto? Purtroppo la risposta è sconaat, perchè mentre si usa il “calibro” per le vongole viene ammesso il vino senza uva, il cioccolato senza cacao, la carne piena di iniezioni d'acqua, per non parlare poi dell'ultima chicca partorita dalle menti esperte dell'Europa dell'enogastronomia, quella del formaggio senza latte. L'unico obiettivo di questi esperti sembra essere quello dell'ammissione sui mercati di schifezze prodotte industrialmente (prevalentemente guarda caso in Germania) rendendole volutamente non riconoscibili in etichetta dai prodotti pregiati e salubri.
“Stiamo chiedendo al ministero che venga aggiornato il piano di gestione nazionale della Pesca, per ridefinire tutti i limiti ha spiegato in una nota il responsabile della Coldiretti, e comunicare a Bruxelles quali siano le caratteristiche dei pesci dei nostri mari, considerati i nuovi, sensibilissimi equilibri biologici”.