Udine&Jazz: i cinque lustri che hanno dato lustro a Udine

Ron Carter Quartet. Foto by Luca D'Agostino

Ron Carter Quartet. Foto by Luca D'Agostino

Appena conclusa, con successo, la XXV edizione di Udine&Jazz, è tempo di pensare al prossimo anno. La bussola di capitan Velliscig, dell'Euritmica, punta a Nord del Vecchio Continente.    

Potrebbe essere la musica del Nord Europa ad ispirare la prossima edizione di Udine&Jazz, festival firmato dall'inossidabile Giancarlo Velliscig con Euritmica. Già, perché non di solo Jazz vive il piacere della musica e dell'improvvisazione, o per lo meno non di jazz in senso stretto.
E allora pensiamo al termine in senso lato, appunto, e subito ci appare un panorama musicale infinito, fatto di contaminazioni e ispirazioni che imbrigliare in un genere, ormai è impossibile. Ecco: se Jazz è sinonimo di libertà, scioltezza, improvvisazione, concertazione e dialogo, Jazzista lo diventa qualsiasi artista che, sul palco, con una discreta empatia e passione, riesce a fare buona musica facendo “chiacchierare” tra loro gli strumenti, coinvolgendo il pubblico in un dialogo di improvvisazione sonora particolarmente avvincente.

Bjork

Bjork

Udine&Jazz quest'anno ha compiuto 25 anni. Cinque lustri che di lustro ne hanno portato in città, grazie a una carrellata di nomi pazzeschi ormai nella leggenda cittadina. Ma i jazzisti alla New Orleans sono ormai razza estinta, ed è difficile mantenere in vita un genere che via via, i nuovi talenti musicali, stanno facendo cadere nell'oblio. Ecco che per mantenere in piedi una rassegna che di Jazz ce ne ha portato, eccome, bisogna saper fare di necessità virtù, andando a scovare quella musica “bipolare” che oggi giorno più si avvicina a quella che, a dirla tutta, mai fu repertorio, ma uno stile di vita.
Ben vengano, dunque, i grandi sogni del patron Velliscig, che sui palcoscenici udinesi vorrebbe tanto vedere Björk, l'icona del nuovo pop elettronico trans-nazionale, e numerosi altri talenti cresciuti all'estremo Nord del Vecchio continente: Sigur Ròs, Mùm, Matmos e Of Monsters and Men; chissà se qualcuno di loro, il prossimo anno, “calerà” dalle terre dei ghiacci per riscaldarsi nelle piazze friulane? Al contrario di Keith Jarrett, ad esempio. Già, perché è tutto relativo, clima compreso, e Jarrett sta diventando per Euritmica la sola scommessa mancata; il grande improvvisatore Jazz, infatti, si rifiuta di venire in Friuli per via delle temperature: «Troppo freddo – si è lamentato – perfino d'estate. E se non è freddo è troppo umido».
Ad ogni modo, gli appassionati della buona musica non si possono certo lamentare, di nomi buoni ne hanno avuti a bizzeffe, come in questa XXV edizione “tutta d'argento”, che si è appena conclusa con successo e soddisfazione.
«Un'edizione che rimarrà negli annali – è il commento dell'organizzazione - Entusiasmante la partecipazione del pubblico, il risalto dato dalla stampa internazionale e gli apprezzamenti dalla più qualificata critica del settore».
Insomma, il messaggio è che la kermesse si afferma come una delle più note manifestazioni italiane del settore, ma non c'era bisogno di ribadirlo.