Udine&Jazz continua a “ritmo” serrato

Carl Verheyen

Carl Verheyen

Martedì 30 giugno continua la full immersion di jazz nel capoluogo friulano grazie alla benefica invasione di Udin&Jazz, che festeggia il suo 25esimo compleanno alla luce delle più grandi stelle.

Si comincia alle 12.30 all’Osteria alla Ghiacciaia con l’Aperitivo Jazz, accompagnato dalla performance dei giovani del Conservatorio di Udine: appuntamento con Filippo Ieraci (chitarra), Eugenio Dreas (basso elettrico) e Paolo Mestroni (batteria).

Alle 18 a Corte Palazzo Morpurgo tornano le “Storie di Jazz”, secondo appuntamento degli incontri tra critici e musicisti a cura di Gerlando Gatto. Insieme agli artisti del festival dialogano Neri Pollastri (all About Jazz), Enzo Boddi (Jazz Hot), Aldo Gianolio (Musica Jazz), Milenko Micanovic (Radio Beograd).
Alle 18.30, sempre a Morpurgo l’affascinante e sperimentale progetto del Massimo De Mattia Trio “The Erotic Variations”. Insieme alle acrobazie vocali di Luca Grizzo e al solidissimo contrabbasso di Alessandro Turchet, il flautista Massimo De Mattia (tra le maggiori figure in Italia per il suo strumento) esplora nuovi territori musicali. Una performance musicale che attinge la sua potenza dall’energia sprigionata dai corpi dei musicisti, come durante un atto sessuale. La musica d’improvvisazione jazzistica muove i corpi, ne modifica le forme al mutare delle architetture sonore, raggiunge il suo climax e ridiscende

Dalle 21.30 sul Piazzale del Castello la spettacolare “Blues Night”, che il festival dedica con affetto al grandissimo bluesman, da poco scomparso, B.B. King (anche egli ospite in passato di Udin&Jazz): apre la serata il coinvolgente sound della Jimi Barbiani’s Band: il nuovo progetto di Jimi, uno dei migliori slide-guitarist rock-blues in Europa (a Udine con Daniele Vicario al basso, Gianluca Zavan alla batteria e il “nostro” Gianni Massarutto all’armonica) è una combinazione alchemica di suoni esplosivi, che trae ispirazione da fenomeni musicali come Jimi Hendrix, Joe Bonamassa, Jeff Beck, Free, Gov’t Mule. Le performance dal vivo di questo potente quartetto sono di grande impatto e mettono in risalto le forti personalità di ciascun musicista del gruppo.
A seguire – opening dell’atto finale – la chitarrista e cantante svizzera Bettina Schelker (spesso supporter dei Jethro Tull) lascia spazio a uno dei “top ten guitarist” – secondo Guitar Magazine – e uno tra i cento migliori chitarristi di tutti i tempi (Classic Rock Magazine): Carl Verheyen, che con i Supertramp ha infiammato milioni di fan. Nella sua lunghissima carriera ha collaborato anche con artisti planetari come Christina Aguilera, Bee Gees, BB King, Little Richard, Josè Feliciano, Belinda Carlslile, Cher e Dolly Parton. Con la band che porta il suo nome ha inciso una quindicina di dischi firmato numerose colonne sonore di grandi produzioni hollywoodiane. Udine è l’unica tappa italiana del suo tour europeo.

Mercoledì 1 luglio ricomincia una nuova intensa giornata del festival con l’aperitivo alla Ghiacciaia, sempre con i nuovi talenti del “Tomadini”: è la volta del duo di Alessandro Chierici (chitarra) e Vincenzo di Francesco (pianoforte).
Alle 18 per le “Storie di Jazz”, alla Corte di Palazzo Morpurgo, insieme agli artisti e ai critici già presenti, anche Franco Fayenz, firma di riferimento della musica jazz in Italia ormai da decenni: con loro si parla – in informale libertà - delle proposte del festival ma anche e soprattutto della “salute” della musica jazz in Italia e all’estero.
Alle 18.30 al via di nuovo la musica con il trio Nevio Zaninotto, sax – Renato Chicco, Hammond – Andy Watson, batteria: l’organo hammond al centro del progetto, “Walking on the cool side” edito da Arte suono di Stefano Amerio. L’album raccoglie composizioni originali ispirate dalla consueta pratica musicale in formazione di organ trio e da una serie di collaborazioni tra Zaninotto e Chicco, affiancati dal grande batterista americano Watson. Una musica che travalica il mero aspetto compositivo e che racconta il divenire naturale degli eventi ed elementi sonori, coincidente col piacere dell’azione musicale stessa.

“Non voglio mettere il mio nome alla mia musica. Gli altri possono dare un nome a quello che faccio. Tutto sta nell’insieme di ciò che ho ascoltato e ciò che ho imparato. C’è qualche elemento di musica classica, di rock, di jazz … ma non voglio dare ad essa alcun nome”. Così spiega la giapponese Hiromi, pianista vulcanica e irrefrenabile, una vera potenza della natura, acclamata in tutto il mondo come straordinario talento della tastiera. A Udine si esibisce al Castello, mercoledì 1 luglio alle 21.30 e arriva con due fantastici partner, anche essi già storiche stelle del jazz mondiale: Anthony Jackson al basso e Simon Phillips alla batteria.