Ucraina, saltata la tregua, filorussi attaccano la “sacca” di Debaltsevo

La tregua in Ucraina scricchiola sempre di più, a Debaltsevo non solo non si respira aria di pace ma neppure quella di una tiepida tregua. Ed oggi sembra essersene accorta anche Angela Merkel, la cancelliera che più ha spinto per un accordo. La lady tedesca ha ammesso poche ore fa che nel Donbass, la tregua è «fragile». Vocabolo che presuppone una prossima rottura tanto che il presidente Ucraino Poroshenko ha già anticipato tutti con toni apocalittici. La nuova escalation del conflitto dice, «minaccia non solo l'integrità territoriale e la sovranità del nostro Paese ma anche la sicurezza in Europa e in tutto il mondo». Poroshenko con le sue previsioni catastrofiche si rivolge ai Paesi coinvolti nei negoziati di Minsk, non solo la Germania e la Francia ma anche la Russia. Ma l'appello è mirato soprattutto ad allarmare l'intera comunità Ue e Nato. In sostanza Kiev ammette di avere proprie truppe ormai circondate dai miliziani filo-russi a Debaltsevo, dove la tregua non c'è mai stata e gli aspri combattimenti proseguano virulenti. Il motivo dell'interesse strategico su Debaltsevo, poco di più di un puntino sulle carte geografiche dell'Ucraina dell'est, è la presenza di un importante snodo ferroviario che i separatisti filorussi vogliono conquistare a tutti i costi prima di consolidare qualsiasi status quo nell'area. Ed allora ecco che sulle truppe di Kiev e sui civili ancora presenti nell'area ora piovono missili Grad con lo scopo di provocare una rapida resa dato che i ribelli filorussi hanno «chiuso» nella «sacca» le truppe di Kiev, pare almeno 5000 uomini chiedendo di fatto a Kiev di ammettere la sconfitta minacciando una strage. Strage che sarebbe già iniziata. Ieri uno dei leader dei separatisti aveva ordinato ai civili che si trovano a Debaltsevo di evacuare, si tratta di persone che si sono rifugiate da giorni se non settimane negli scantinati delle case con scarse derrate alimentari senza elettricità, acqua corrente e riscaldamento. Il leader dell'autoproclamata repubblica di Lugansk Igor Plotnitsky, ha anche confermato che migliaia di uomini delle forze di sicurezza di Kiev sono completamente circondate. «Abbiamo una solida linea», ha specificato. Po le notizie di un attacco notturno in atto la cui portata potrà essere valutata solo oggi. Ma c'è di più, anche in altre aree si starebbe sparando e le parti in conflitto non avrebbero neppure iniziato a ritirare le armi pesanti nei tempi previsti dagli accordi che se non falliti sono fortemente a rischio dato che erano basati proprio sulla rimozione delle armi più devastanti.
Anche Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha annunciato che la situazione è estremamente grave, in particolare i tentativi di cambiare lo status quo nelle zone del conflitto intorno a Debaltsevo, hanno spigato gli osservatori europei, violano gli accordi di Minsk. L'ammonimento è arrivato dal vice capo osservatori della missione speciale Osce, Aleksandr Hug, che ha ricostruito la situazione: «Cinque mesi fa tutte le parti hanno concordato sulla necessità di un cessate il fuoco e di evitare nuove offensive. Il 12 febbraio, le stesse parti hanno concordato l'attuazione, dalla mezzanotte del 15 febbraio, di un cessate il fuoco completo e non temporaneo o parziale». «La violazione di questi accordi mette a rischio i risultati di altre misure concordate a Minsk», ha avvertito Hug, invitando le parti in conflitto ad astenersi da «tentativi di creare “nuove situazioni di fatto sul campo” e in particolare da azioni offensive». Appello come si sta vedendo caduto nel nulla.