Tutto cambia in Sud America e ora perfino in Venezuela!

La politica del Sud America sta vivendo un autentico tsunami. In Brasile la Presidente erede di Lula, Dialma Rousseff, è addirittura sotto inchiesta per una vicenda di spionaggio. Con la complicazione di un'economia sottozero dopo anni di boom. In Argentina l'ultima esponente del peronismo, Cristina Kirchner, che da vedova ha sostituito il marito Nestor alla Casa Rosada, si è vista sconfitta da un derby tra figli di italiani.
Va poi registrato il doppio, positivo cambiamento in Colombia e specialmente a Cuba, in entrambi i casi con il decisivo 'zampino' mediatore di Papa Francesco. A Bogotà è stato raggiunto un accordo di coesistenza pacifica dopo decenni di conflitto civile. All'Avana il clan dei Castro (Fidel e il fratello Raùl) hanno accettato di deporre l'ascia di guerra con gli odiati yankees.
Ed eccoci al Venezuela, il Paese che - dopo l'Argentina - ospita il maggior numero di emigranti italiani. Qui le recenti elezioni hanno fatto registrare un autentico terremoto politico. Infatti l'opposizione ha vinto, sconfiggendo per la prima volta i socialisti che governavano lo Stato da 16 anni prima con Hugo Chavez, grande amico dei Castro, morto a 58 anni di cancro nel 2013, e ora con il suo successore e 'delfino' Nicolas Maduro. Il risultato è stato clamoroso: infatti la coalizione Unione democratica ha conquistato 99 seggi su 167 dell'Assemblea nazionale contro soltanto 46 andati ai governativi socialisti.
Lo stesso Maduro ha dovuto riconoscere la cocente sconfitta del 'chavismo', il movimento fondato nel 1999 da Hugo Chavez dopo aver conquistato il potere. “Siamo qui - ha detto in un discorso alla Nazione - per ammettere il risultato negativo, dovuto sopratutto alla grave situazione economica del Paese”.
La popolarità di Maduro è crollata in fretta, travolta dalla crisi economica che lo scorso anno ha provocato rivolte in cui sono morte 43 persone. E ciò nonostante la sua eccezionale produzione di petrolio (un terzo venduto agli Usa), quasi alla pari con l'Arabia Saudita.
Opposizione naturalmente in festa dopo anni di sconfitte. Ha giustificato il clamoroso successo col disgusto popolare per la profonda recessione economica. “E' un risultato irreversibile” - ha detto Henrique Capriles, ex candidato alla presidenza e una delle figure si maggiore spicco della coalizione anti-chavista.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it