Turismo slow, leva strategica per il Fvg

Il turismo è una risorsa importante per stimolare e sviluppare l'economia regionale: questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato oggi, in sala Tiepolo di Palazzo Caiselli a Udine, durante il seminario "Turismo Slow - Strategie di sviluppo per il Friuli Venezia Giulia".
"Destinazioneslow" è infatti la mission che la Regione Friuli Venezia Giulia si è data per rilanciare il turismo del nostro territorio, uno dei settori in più forte ascesa.
«In un periodo di frenesia e assoluta necessità, almeno in vacanza, di riappropriarsi di una dimensione lenta, è assolutamente evidente che il Friuli Venezia Giulia accontenta tutti: amanti della velocità oppure dei ritmi slow, della contemplazione o del movimento - ha sottolineato Michele Bregant, direttore dell’Agenzia TurismoFVG -. Per questo, la vacanza “lenta”, intesa come concetto trasversale di esperienza turistica, da vivere al mare come in montagna o collina, è uno dei punti principali su cui si focalizza il piano strategico di TurismoFVG, che sta creando il cluster prodotto SLOW. È un progetto che mira in particolare all’individuazione e alla progettazione di specifici itinerari in grado di promuovere la fruizione eco-turistica del territorio anche attraverso la mobilità dolce». Una regione, quindi, in grado di offrire turismi tematici ad alto valore aggiunto, declinati in base ai diversi tipi di turismo e adatti a rispondere alle eterogenee esigenze dei diversi target, capace di cogliere il cambiamento e le trasformazioni che la società subirà nei prossimi anni e al sempre maggior utilizzo delle nuove tecnologie che influenzano la scelta, l'acquisto e la fruizione del prodotto turistico. «Con il piano regionale del turismo 2014-2018, la Regione FVG ha definito una visione strategica complessiva di sviluppo del settore - ha affermato Antonio Bravo, direttore del servizio Turismo, direzione centrale attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia -. Saranno pertanto necessarie un'adeguata formazione delle risorse umane che operano nel settore, manager esperti in grado di far nascere nuove imprese turistiche ma anche di portare "in linea" quelle esistenti secondo le esigenze del turista. Inoltre diverranno indispensabili la progettazione di nuovi prodotti turistici che pongano l'attenzione sulle reali richieste del turista, il miglioramento dell'esperienza legata al turismo, la creazione di nuovi approcci al marketing del turismo, l'aumento dei livelli di innovazione e l'applicazione di nuove tecnologie. Questa sinergia - ha continuato Bravo - favorirà la qualità dei luoghi, l’attrattività e l’immagine delle destinazioni del territorio del Friuli Venezia Giulia, oltre ad accrescere “infrastrutture dolci”, reti e cluster. Così facendo il turismo potrà fungere da volano per il rilancio dell'economia regionale». Durante l'evento è stata presentata la prima classe del master regionale in "Valorizzazione turistica dei beni ambientali e culturali", l'innovativo percorso professionalizzante destinato a formare i futuri manager nel settore turistico locale e internazionale.
Si tratta di 15 laureati, di cui 13 under 30, provenienti non solo dal Friuli Venezia Giulia, che dopo un periodo formativo in aula (le lezioni svolte nella sede del Consorzio Friuli Formazione, partner dell'iniziativa, a Udine) avranno l’opportunità di svolgere uno stage formativo della durata di 300 ore in rinomate realtà regionali e internazionali operanti nel settore turistico. «L'intento del master – afferma Francesco Marangon, direttore del master e professore dell’Università di Udine – è proprio quello di formare, in maniera adeguata attraverso un percorso strutturato, giovani manager del turismo altamente qualificati, in grado di sviluppare, promuovere e valorizzare l'enorme patrimonio ambientale e culturale del Friuli Venezia Giulia, operando all’interno sia di organizzazioni del macrosettore dei viaggi e del turismo, che di istituzioni deputate alla conservazione e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali (ad esempio musei, parchi archeologici, aree protette), anche in modo indipendente e professionale (come individui o in forma associata). Visto il grande interesse, stiamo già pensando - ha chiosato Marangon - a una nuova edizione del master».