Tra gli “impresentabili” ce la fanno solo in tre, De Luca in testa: gli altri 13 restano fuori.

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Vincenzo De Luca (da Fanpage.it)

Vincenzo De Luca (Pd) è riuscito nel proprio intento: farsi eleggere presidente della Campania. Ora la 'palla' passerà alla questione della 'decadenza' dalla carica che dirà  se e quanto a lungo De Luca potrà esercitare il mandato popolare. L'ex sindaco di Salerno, sostenuto anche dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, è il più famoso della lista degli "impresentabili" stilata dalla Commissione Antimafia, retta dalla presidente Rosy Bindi. Bindi, che è pure presidente del Pd, subito dopo la fine dello scrutinio e della conta delle regionali, è stata denunciata dallo stesso De Luca, all'insegna di una guerra senza esclusione di colpi all'interno del Partito Democratico.

 

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Tra gli altri 15 politici che fanno parte della lista, sono stati eletti in Campania anche due uomini di Fratelli d'Italia: Alberico Gambino e Luciano Passariello. La Commissione Antimafia aveva inserito nella lista i candidati che avevano già ricevuto una condanna (almeno), oppure che erano sottoposti a misure di prevenzione o comunque ancora in ballo all'interno di processi legati alle competenze specifiche della Commissione stessa. Tra Campania e Puglia, alla fine, nessuno al di fuori di De Luca, Gambino e Passariello ha superato la prova elettorale.

De Luca, da nuovo presidente della Campania, cercherà senz'altro ora di fare più presto che può: è suo interesse formare la Giunta prima che arrivi la legge Severino a decretare la sua decadenza. Esistono varie interpretazioni al proposito ed è necessario vedere ora che cosa succederà. Di sicuro l'elezione di Vincenzo De Luca ha complicato le cose dal punto di vista della gestione politica regionale. Basti pensare che secondo la legge Severino dovrebbe essere lo stesso Presidente del Consiglio a sospenderlo dalla carica: peccato che sia lo stesso che ne ha apertamente sostenuto la candidatura. Un cortocircuito soltanto apparente.

«Quella di De Luca - ha affermato Rosy Bindi - è una denuncia priva di ogni fondamento, un atto puramente strumentale, che ha scopi diversi da quelli che persegue la giustizia e che pertanto non mi crea alcuna preoccupazione». Durante il programma di La7 “Piazzapulita”, il presidente della Commissione Antimafia ha chiesto anche «le scuse da parte del partito perché ritengo di aver diritto ad un risarcimento. Sono molti anni che servo questo paese e le mie battaglie le ho sempre fatte a viso aperto».

Sembra che anche all'interno del partito di governo si stia avvicinando la resa dei conti. Vincenzo De Luca, già condannato per abuso di ufficio in primo grado, ha comunque raccolto quasi un milione di voti: all'interno del Pd dovrebbe aprirsi a questo punto un dibattito più serio sul meccanismo che regola le primarie e, quindi, la scelta di una parte fondamentale della sua classe dirigente.

Per quanto riguarda invece Fratelli d'Italia, l'eletto Alberico Gambino era già stato arrestato e condannato a due anni e 10 mesi per violenza privata. Luciano Passariello, l'altro candidato fatto salvo dagli elettori, è un ex uomo di Forza Italia già messo sotto inchiesta dalla Dda di Cagliari per riciclaggio. Che dire ? In tutti e tre i casi le premesse non sono certo le migliori. Speriamo che, nel frattempo, dato che la politica non ci arriva ancora per prima, gli elettori imparino a trarre da soli le conclusioni più opportune. E non solo di fronte agli scandali giudiziari.