Tolmezzo: un cane ogni giorno sulla tomba del suo padrone

 

Hachiko, il cane giapponese di razza Akita diventato famoso per un film con Richard Gere, ha vicino a Tolmezzo un ‘fratello in fedeltà’ al padrone. Una storia commovente e incredibile, quella in Carnia come quella nipponica. Dopo la morte del suo proprietario, il professor Ueno, il cane asiatico per 10 anni si recò davanti alla stazione ferroviaria. Ogni pomeriggio alle 17, l’ora in cui l’uomo arrivava in treno alla fine del lavoro. Invano. Era morto d’infarto. Un giorno la vecchiaia stroncò anche Hachiko.

Il capostazione e i compagni di viaggio del suo padrone prima avevano cercato di accudirlo offrendogli cibo e riparo e, dopo la sua morte, gli dedicarono una statua in bronzo proprio dove lui attendeva Ueno.

Il labrador di Tolmezzo si chiama Artù, è bianco e ha circa 8 anni. Lo presero in un canile a Udine, sanguinante perché i proprietari l’avevano malmenato. Erano due fidanzati che l’avevano poi abbandonato dopo una baruffa. Si legò profondamente a un uomo sposato e con due figli.

Cane e padrone, due corpi e un’anima sola. Accanto a lui Artù si sentiva un principe. Ma alla vigilia di Ferragosto il proprietario morì. I primi tempi Artù passava giorno e notte accanto al letto del padrone, guaendo di continuo per la sua assenza. Un pianto che il pomeriggio del suo funerale era divenuto grido di dolore, ma soprattutto testimonianza del profondo amore del cane per il suo padrone.

Però un giorno Artù sparì. Lo cercarono la vedova e i due figli. Niente. Al giovane venne l’idea di fare un estremo tentativo, provare al cimitero, anche se sapeva che il cane non vi aveva mai messo piede.

Gli occhi del ‘padroncino’ si riempirono di lacrime, non tanto per averlo ritrovato, quanto per l’emozione provata rivedendolo. Artù era disteso sulla tomba del padrone e leccava in continuazione la sua foto sulla lapide. Ma come avrà fatto a sapere che lì, sotto quel cumulo di terra, riposava per sempre proprio il suo padrone?

Misteri dell’amore e della fedeltà. E adesso ogni giorno lo devono portare al cimitero da dove il cane non vuole mai staccarsi per tornare a casa.

Lo convincono mostrandogli una piccola foto del padrone. Lui si accuccia piangendo e mette la zampa sull’immagine come per accarezzarlo sulla guancia e non vuole che gliela tolgano. Incredibile.

Anche in Carnia come in Giappone il grande amore di Artù potrebbe avere un seguito, un film per il quale ora, trovato il soggettista, vanno reperiti un produttore, un regista e gli attori.

Luciana Marina Bernes

LM.BERNES@alice.it