Temi caldi: Conferenza stampa di Matteo Renzi della serie la “miglior difesa è l’attacco”

Matteo Renzi questa volta non ha scelto i tweet per chiarire la sua posizione sui delicati temi politici di questi giorni, ma una più classica conferenza stampa. Molti gli argomenti sul tappeto affrontati dal premier, ma forse quello più delicato era quello che ha agitato, e non poco, il partito democratico, il voto a Palazzo Madama, che ha salvato l' ex presidente della commissione bilancio Azzollini dall'arresto chiesto dai magistrati pugliesi per l' inchiesta sulla casa di cura Divina Provvidenza. “Il Pd ha detto Renzi è quel partito che quando si è trattato di mandare in galera un proprio deputatolo l'ha fatto perché non riteneva ci fosse fumus persecutionis”. “Lo considero un segno di maturità perché i senatori non sono passacarte della Procura di Trani. Avendo grande rispetto della Costituzione, diciamo che rispettare la magistratura è rispettare le competenze dei giudici e anche degli altri”. Non solo niente scuse quindi, come auspicato da Debora Serracchiani, anzi l'ex sindaco di Firenze rilancia avocando evidentemente solo a se il diritto di far fare i passacarte ai parlamentari, come ormai avviene da oltre un anno con la miriade di voti di fiducia imposti dal premier. L'altra questione bollente era quella dei 19 voti dem che erano mancati sull'emendamento che sopprime la delega al governo sul canone Rai. “Mi pare che sia stato un segnale di natura politica, ha detto Renzi, anche perché sembrerebbe abbastanza strano che il voto di coscienza sulle riforme casualmente fosse lo stesso anche sulla Rai. Una parte del Pd ha voluto approfittare di molte assenze per mandare un messaggio. Il nostro obiettivo non è quello di dare messaggi, ma di cambiare il paese. Ognuno si assume le proprie responsabilità. Credo che le polemiche del Pd andrebbero gestite all’interno del Pd. In ogni caso. però i numeri ci sono lo stesso, sia alla Camera che al Senato, e noi non siamo preoccupati”. Insomma per il premier solo un episodio che ha definito un “incidente di percorso”, che potrebbe essere sanato già a Montecitorio, dove il provvedimento sta per approdare. Renzi ha spiegato anche il perché della necessità di procedere al rinnovo del Cda con le vecchie regole. Va fatto “perché lo prescrive la legge, e scorretto sarebbe continuare con la proroga”. “Il 5 agosto – ha proseguito Renzi - il governo presenterà la sua proposta per presidente e direttore generale della Rai, con i criteri dell'autorevolezza e della competenza, perché il rapporto tra politica e Rai deve essere 'alla Bbc', di assoluta indipendenza”.
Alcune parole da Renzi anche sul tema dei dati sul lavoro: “Il dato complessivo dell’occupazione continua ad avere aspetti positivi e negativi. Questo dimostra che c’è ancora molto da fare. Con il jobs act noi abbiamo stimolato l’occupazione, abbiamo fatto un grande investimento ma l’occupazione è l’ultima cosa che riparte dopo un periodo di crisi. Per questo motivo i dati sono timidi ma anche incoraggianti”, rileva Renzi che proprio non riesce ad ammettere che il problema non sono le normative sul lavoro ma la mancanza di investimenti. “La produzione industriale lascia sperare in un aumento del Pil, dice comunque il premier sapendo che non vi sono certezze sul tema, “poi ci sono i dati dei consumi che sono finalmente di segno positivo. Il quadro è ancora molto lontano da quello che pensiamo, ma la direzione è quella giusta”, sottolinea. Per ultimo il premier ha lasciato un boccone amaro, quello relativo a Fiumicino. “Fiumicino è un hub fondamentale per il futuro del Paese. Dovremo fare tutti uno sforzo maggiore, nelle settimane prossime faremo un punto di visione strategico per i prossimi anni”. Serve valorizzare la gestione dell’area, speiga Renzi dopo i disagi allucinanti degli ultimi giorni allo scalo romano. “Noi abbiamo bisogno di investire moltissimo nelle strutture aeroportuali, dice il premier, sono ottimista sul fatto che si possa svoltare pagina. Stiamo verificando se gli ultimi eventi siano dolosi o casuali”. “Bisogna avere la forza e il coraggio di dire che non è possibile che accada ciò che è successo” chiosa Renzi in un esplosione di banalità: “Qualora si verificasse che gli incidenti capitati a Fiumicino siano di natura dolosa dovremo verificare le responsabilità”. Insomma una conferenza stampa utile solo a ribadire che Renzi non ha alcuna voglia di cambiare atteggiamento bne dentro ne fuori il Pd, mentre è evidente che prossimamente vedremo un altra puntata dello sport nazionale delle opposizioni, anche su Fiumicino chiederanno le dimissioni di Alfano, dimissione che verranno respinte ovviamente al mittente. Figurarsi se il Pd, che è riuscito a tenere ben saldo in Senato Azzollini, possa pensare di far dimettere il leader dell'Ncd, neppure se si scoprisse (per paradosso ovviamente) che a dare fuoco alla pineta di Fiumicino fosse stato Angelino in persona.