MIGRANTI, SUPERATI 300.000 ARRIVI NEL MEDITERRANEO DALL’INIZIO DELL’ANNO

Il numero di rifugiati e migranti che dall’inizio dell’anno hanno raggiunto le coste europee ha superato la soglia delle 300.000 persone. A riferirlo è l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sottolineando come il numero sia notevolmente inferiore rispetto ai 520.000 arrivi via mare registrati nei primi nove mesi del 2015, ma superiore ai 216.054 arrivi registrati durante tutto il 2014.
Uno sguardo più da vicino ai due principali paesi di arrivo, Grecia e Italia, rivela importanti differenze.
Gli arrivi in Italia di quest'anno – riferisce l’Agenzia Onu – seguono lo stesso andamento dell'anno scorso, con l’arrivo di 130.411 rifugiati e migranti nel corso del 2016, e 132.071 nel corso dei primi nove mesi dello scorso anno. In entrambi gli anni, gli arrivi sono aumentati nel mese di maggio e hanno raggiunto il loro picco nel mese di luglio. Tuttavia, sono sempre di più le persone che arrivano in Italia e che rimangono nel paese. Ad oggi, le richieste di asilo sono più che raddoppiate in Italia, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Oltre 158.000 persone sono attualmente ospitate in strutture di accoglienza in Italia.
Al contrario, la Grecia ha assistito a un massiccio aumento del numero di arrivi via mare lo scorso anno: 385.069 persone, dall’inizio dell’anno fino a fine settembre. L’incremento – ricorda l’UNHCR – era iniziato ad agosto, con 107.843 arrivi, e ha raggiunto il picco nel mese di ottobre, con il più alto numero di arrivi registrato nel corso dell’anno (211.663). Quest'anno vi è stato un forte calo: dai 67.415 arrivi nel mese di gennaio fino a poco più di 2.000 nel mese in corso, portando il totale di quest'anno a 165.750 unità; un calo del 57% rispetto ai 385.069 arrivi registrati in Grecia nel corso dei primi nove mesi dello scorso anno.
Anche le principali nazionalità che arrivano in Grecia (Siria, 48%; Afghanistan, 25%; Iraq, 15 %; Pakistan, 4% e Iran, 3%) sono diverse rispetto a quelle che raggiungono l'Italia (Nigeria, 20%; Eritrea, 12%; Gambia / Guinea / Sudan / Costa d’Avorio, 7% ciascuna). Nel Mediterraneo nel suo complesso, cinque nazionalità rappresentano il 68% di tutti gli arrivi (Siria, 30%; Afghanistan, 16%; Iraq, 10%; Nigeria, 7%; Eritrea, 5%).
Nonostante il numero di arrivi via mare di quest'anno (300.000) sia inferiore del 42% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (520.000), il numero di persone che risultano morte e disperse finora nel 2016 (3.211) è inferiore solo del 15% rispetto al numero totale di perdite nell'intero 2015 (3.771). Di questo passo il 2016 sarà l'anno più letale mai registrato nel Mar Mediterraneo.
Questa situazione “sottolinea l'urgente necessità che gli Stati aumentino i canali di ammissione dei rifugiati, tra cui il reinsediamento, la sponsorizzazione privata, il ricongiungimento familiare e schemi di borse di studio per studenti, in modo da fornire alternative ai viaggi pericolosi nelle mani dei trafficanti”.
Allo stesso tempo, il piano concordato un anno fa tra l'Unione Europea (UE) e gli Stati membri per il ricollocamento di 160.000 richiedenti asilo principalmente dalla Grecia e dall'Italia verso altri paesi europei “deve essere pienamente attuato”.
Finora, meno di 5.000 richiedenti asilo sono stati trasferiti dalla Grecia (3.791) e dall’Italia (1.156), un numero che corrisponde solamente al 3% del target fissato. L’UNCHR ha chiesto agli Stati membri dell'UE di “aumentare il proprio impegno, anche in favore di minori non accompagnati e separati, di accelerare la registrazione e il trasferimento dei candidati, e di inserire altre nazionalità in fuga da guerre e persecuzioni tra quelle che possono avere accesso al programma di ricollocamento”.
Un ricollocamento efficace, annota l’Agenzia, “è cruciale per aumentare la condivisione di solidarietà e responsabilità in Europa, e per garantire una migliore gestione dei movimenti, contribuendo anche ad affrontare i movimenti secondari irregolari e il ricorso a reti di trafficanti. Ciò è particolarmente importante data la situazione umanitaria in Grecia, e il crescente numero di persone che rimangono in Italia e che qui presentano richiesta di asilo”.