Strage di Bologna, nuova sentenza a 39 anni: ergastolo per il Nar Cavallini

Di treni alla stazione di Bologna ne sono passati tanti da quel tragico 2 agosto 1980 quando l'ennesima strage fascista trovo compimento strappando alla vita 85 persone e facendo vilipendio nel corpo e nella mente di 200 feriti. Oggi a più di 39 anni un altro responsabile è stato condannato all'ergastolo. E' stata infatti emessa la sentenza di ergastolo per Gilberto Cavallini, ex terrorista dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) organizzazione terroristica fascista. Cavallini oggi sessantasettenne era imputato di concorso in strage. Secondo la procura di Bologna che ha imbastito l'accusa fornì supporto logistico agli esecutori materiali della Strage, fu lui in sostanza a ospitare a Villorba di Treviso prima della strage Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, soggetti già condannati in via definitiva quali esecutori materiali dell'attentato. Sempre lui, secondo l'accusa, si occupò dei documenti falsi e del trasporto a Bologna, fornendo un'auto. L'ex Nar che in realtà era già condannato a diversi ergastoli per banda armata e per gli omicidi di cui è reo confesso commessi tra il 1979 e il 1981 dopo 37 anni di reclusione (venne catturato nel 1983) oggi è in semilibertà. Cavallini, così come gli altri ex Nar, pur ammettendo tutti gli altri attentati firmati dalle destra eversiva, rispetto alla strage alla stazione di Bologna si sono sempre dichiarati innocenti. Va ricordato che per la strage di Bologna con sentenza definitiva della Cassazione del 23 novembre 1995 furono condannati all'ergastolo, quali esecutori dell'attentato, i neofascisti dei Nar Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. L'ex capo della P2 Licio Gelli, gli ufficiali del SISMI Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, e il faccendiere Francesco Pazienza (collaboratore del SISMI) furono condannati per il depistaggio delle indagini. L'ultimo imputato condannato come esecutore materiale prima di Cavallini è stato Luigi Ciavardini con condanna a 30 anni confermati in Cassazione l'11 aprile 2007. L'odierno processo a Cavallini si è svolto davanti alla Corte d'Assise di Bologna e si è chiuso dopo 45 udienze che si sono svolte a partire dal marzo del 2018, durante le quali sono stati sentiti una cinquantina tra testimoni, investigatori e periti. Centinaia di migliaia le pagine di atti depositati e presi in esame dalla Corte, presieduta dal giudice Michele Leoni.
Cavallini si professa ancora innocente del resto lo aveva dichiarato anche questa mattina proprio davanti ai giudici di Bologna in aula prima che si riunissero in camera di consiglio: "Sono in carcere dal settembre '83, oltre 37 anni. Ha detto Cavallini, sono anni di galera che mi sono meritato, li ho scontati tutti e dovrò scontare ancora. Ho meritato condanne. Ma non accetto di dover pagare quello che non ho fatto, sia in termini carcerari sia di immagine. Tutto quello che abbiamo fatto come Nar lo abbiamo fatto alla luce del sole, a viso scoperto, rivendicando ogni azione. Ci siamo resi conto che quello che abbiamo fatto è stato inutile o comunque sbagliato". Poi le accuse pesanti: "Non accetto la falsificazione della nostra storia. Tutto il resto non ci appartiene. Abbiamo lasciato in mezza alla strada molte vite umane, anche di nostri camerati e amici. Se voi pensate che dei ragazzini di poco più di 20 anni siano gli esecutori di ordini di gruppi di potere come la P2 o la mafia, fate un grosso errore". "Non fate un servizio al Paese e alla verità. Non mi lamenterò qualsiasi cosa decidiate. Ma una mia condanna sarebbe sbagliata. Noi non abbiano da chiedere perdono per la Strage. Sono pentito di quello che abbiamo fatto, ma né io né i Nar dobbiamo abbassare gli occhi per quanto successo a Bologna il 2 agosto 1980". Insomma le dichiarazioni di Cavallini lasciano aperti degli interrogativi soprattutto sul reale ruolo dello Stato in quella strage.