“Sorella terra”: a Roma gli scatti del National Geographic

In occasione del Giubileo straordinario e ispirandosi alla rivoluzionaria enciclica "verde" del pontefice, "Laudato si'", National Geographic Italia ha inaugurato ieri, 22 dicembre, al Museo di Roma - Palazzo Braschi la grande mostra fotografica "Sorella Terra, la nostra casa comune", che sarà aperta al pubblico sino al 28 febbraio 2016.
"Sorella Terra" conduce in un viaggio ideale tra i temi e il messaggio dell'enciclica attraverso oltre 60 scatti dei maestri dell’obiettivo sulla fragilità, la sofferenza, la bellezza di questo nostro pianeta in pericolo.
Il percorso si apre sulla magnificenza della natura, per poi proseguire con il degrado ambientale e umano, l’urbanizzazione selvaggia, l’inquinamento, gli esclusi, ma anche la biodiversità e la sostenibilità. Il tutto accompagnato da fotografie - realizzate da Dave Yoder e da altri grandi fotografi per National Geographic - che ritraggono papa Francesco in vari momenti del suo pontificato: dai bagni di folla delle udienze a piazza San Pietro agli attimi di raccoglimento in preghiera, fino ai suoi viaggi pastorali.
I temi trattati da Francesco nella sua seconda lettera apostolica sono i cavalli di battaglia di National Geographic, che si batte da sempre per la salvaguardia del pianeta, gettando luce sui problemi e sulla ricerca delle possibili soluzioni, e dalla sua fondazione "ispira le persone a prendersi cura del pianeta". Un motto che sposa alla perfezione le parole del pontefice: "La terra è ferita, serve una conversione ecologica", scrive papa Francesco nel testo dell'enciclica che non si rivolge solo ai cristiani ma "a ogni persona che abita questo pianeta", gettando luce sull'inquinamento, l'esaurimento delle risorse naturali, lo sfruttamento selvaggio della natura, la perdita della biodiversità, il deterioramento della qualità della vita, l'iniquità planetaria, il degrado sociale e su molte altre "ferite" del nostro mondo.
Una esortazione ecologica integrale con profonde implicazioni morali, sociali, economiche e spirituali. Un testo che sottolinea la stretta relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta e la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso, invitando a cercare nuovi modi di intendere l'economia e il progresso e sottolineando le gravi responsabilità della politica internazionale e locale