Sisma in centro Italia, ore 3.36 questa la nuova ora maledetta

Forte scossa di terremoto nel centro Italia, almeno 60 morti ma i dispersi sono almeno 150, forse molti di più per la presenza di turisti non censiti. Il sisma di magnitudo 6 con epicentro ad Accumoli, in provincia di Rieti, è stato avvertito in tutto il centro Italia alle 3.36 della scorsa notte seguito un’ora dopo da due scosse di magnitudo inferiore. I paesi più colpiti sono Accumoli, dove secondo il sindaco ci sono circa duemila sfollati, Amatrice, sempre in provincia di Rieti, e Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Solo danni materiali in Umbria dove ad essere colpita è stata Norcia. I soccorsi sono complicati dalla difficoltà di accesso alle zone colpite come spesso avviene quando eventi del genere colpiscono paesi arroccati su colline e montagne. Vi risparmiamo la cronaca riportata di quanto sta avvenendo nelle aree colpite perchè è un film purtroppo già visto tante volte, troppe volte infatti nel nostro Paese dove ancora non vi è completa consapevolezza che ad uccidere non è il terremoto ma la fragilità delle costruzioni e delle infrastrutture che eredità del passato non sono state adeguate a standard antisismici che consentano di evitare morti e feriti. Oggi è il giorno dei soccorsi e delle lacrime, domani sarà quello delle recriminazioni, poi arriveranno le accuse strumentali e quelle giuste ed argomentate. Poi lentamente anche questa catastrofe finirà nel dimenticatoio perchè è evidente che non vi è la volontà di affrontare il problema alla radice. Gli esperti lo hanno ripetuto ad ogni cataclisma, non è il terremoto ad uccidere ma sono le case. Affrontare il problema di una grande opera edilizia di consolidamento delle abitazioni dovrebbe essere una priorità ed invece chi ancora farnetica rilanciando grandi opere faraoniche, ponte sullo Stretto di Messina compreso. Eppure vi sono studi che parlano chiaro, se gestite in maniera corretta opere di consolidamento strutturale di vecchi edifici in funzione salvavita non sarebbero così dispendiose come si vuol far credere. Certo non si può pensare che a farlo siano tutti i cittadini, ma considerando quanto lo Stato ha fin qui speso in calamità naturali, fra soccorsi e ricostruzione, forse il saldo non sarebbe così negativo. Sarebbe invece positivo quello che vedrebbe ancora in vita centinaia di persone.