Sfiducia al governo su Banca Etruria: è l’ennesima ipocrisia della politica che periodicamente scopre i “conflitti d’interesse”, volutamente mai risolti

Che vi siano commistioni a tutti i livelli fra il mondo della politica e quello dei banchieri non è certo una novità. Appare quindi molto ipocrita che con la vicenda della Banca Etruria si gridi allo scandalo, sostanzialmente per la scoperta dell'acqua calda. Anche il fatto che vi sia un presunto conflitto di interessi per il ministro Maria Elena Boschi appare davvero pretestuoso non perchè non è possibile che una certa comunanza di interessi familiari con suo padre vi sia stata, del resto era il vicepresidente di quell'istituto e la Maria Elena di azioni ne aveva un bel pacchetto. Nulla, almeno allo stato,  di penalmente rilevante però, a meno che non emergano prove dalle inchieste che opportunamente sono state aperte e che difficilmente andranno molto oltre l'atto dovuto. Perchè è chiaro che parentele o meno, da sempre, ogni governo che ha giurato a palazzo Chigi ha avuto i suoi punti di riferimento nel dorato e paludato mondo di banche e banchieri. Non a caso uno dei vivai politici più prolifici è stata proprio la Banca D'Italia che dovrebbe controllare l'attività delle Banche e che evidentemente non brilla in efficienza in questo. Non è poi stato raro neppure il passaggio dai Cda di grandi Istituti di credito agli uffici parlamentari e ministeriali. Quindi strumentalità e opportunismo sono le parole che vengono in mente nel vedere con quale veemenza ergersi a paladini di cristallina rettitudine  centrodestra e Lega, che sono state in passato campioni di conflitti di interesse unirsi al M5s che in questo è certamente una verginella o quasi, nell'attacco contro il governo sulla vicenda delle banche. Sul M5s infatti andrebbe fatto un distinguo, le commistioni con le banche non vi sono, "ancora"  dice qualcuno, perchè non c'è stato il tempo, per altri invece per il semplice fatto che fino alle elezioni il massimo di contatti con il denaro che molti onorevoli grillini avevano, era quello con il contenuto del loro porcellino salvadanaio. E non è che questo sia un male, anzi. Così dopo la decisione del M5s di presentare una mozione di sfiducia al ministro Maria Elena Boschi, il centrodestra, unito, ha colto la palla al balzo e ha alzato il tiro, annunciando di voler presentare una sfiducia al governo nel suo complesso. Sembra un attacco frontale a Renzi, ma invece, ad essere più sospettosi, l'operazione  potrebbe essere solo mediatica, propagandistica perchè non c'è alcuna convenienza ora ad aprire una crisi di governo. Proprio il metodo scelto sembra quello adeguato a far gonfire i titoli dei giornali ma a sgonfiare la vicenda. Infatti se Maria Elena Boschi si è fatta molti nemici per il suo modo sbrigativo e spesso in odor d'arroganza di gestire i rapporti con il parlamento e sarebbe quindi in qualche modo “punibile” in segreto  anche da alcuni franchi tiratori di maggioranza , non così è se l'attacco colpisce l'intero Governo e Matteo Renzi. In questo caso “legioni e coorti” della eterogenea maggioranza finirebbero per ricompattarsi e  ridare la fiducia a Renzi e al suo governo e di conseguenza anche alla Boschi, ma soprattutto finirebbero per ridare la fiducia a se stessi ed evitare così di perdere lo scranno parlamentare. Insomma la maggioranza fa quadrato e difende se stessa più che l’operato dell’esecutivo. Non è un caso che a difendere il ministro Boschi e il governo c'è proprio tutta la maggioranza, compresa la minoranza Pd. Ma c'è anche  il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che in favore della Boschi si è speso:  "Ne uscirà alla grande da questa questione perché non c’è nulla da nascondere" ha affermato mettendoci apprezzabilmente la faccia. "Ci preoccuperemo innanzitutto di salvaguardare le persone più deboli - spiega ancora il ministro per quanto riguarda i piccoli risparmiatori - sia dal punto di vista della conoscenza dell'oggettiva conoscenza del rischio a cui andavano incontro sia dal punto di vista patrimoniale". Ma dal centro destra invece gli starnazzamenti mediatici sono stai affidati al solito Brunetta:"Domani (16 dicembre ndr) presenteremo, tutto il centrodestra unito, alla Camera come al Senato, una mozione di sfiducia contro il governo". Perchè, spiega il capogruppo di Forza Italia alla Camera, "Boschi è solo una figlia di questo governo, una figlia in conflitto di interessi, ma chi ha i più grandi conflitti di interessi è il presidente Renzi. Primo perché è abusivo, non ha mai vinto le elezioni, ha solo vinto delle primarie taroccate, secondo perché si basa su maggioranze frutto della compravendita politica di parlamentari. Inaccettabile. La mozione di sfiducia del centrodestra unito, alla Camera come al Senato, sarà al governo". Ancora più duro, come nel suo stile, il leader della Lega Matteo Salvini, che senza mezzi termini tuona: "Quell'infame di Renzi parla di sciacalli che si approfittano dei morti, lo vada a dire alla vedova del pensionato che si è suicidato. La morte del pensionato è colpa sua, sì”. Ma il sospetto che alla fine si tratti solo di "ammuina" propagandistica natalizia è quasi una certezza.
Intanto si è saputo che sono tre i filoni di inchiesta per il dissesto finanziario di Banca Etruria. I primi due indagati sono Lorenzo Rosi, ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento nel febbraio di quest'anno, e l'ex consigliere di amministrazione Luciano Nataloni. I due, secondo quanto confermato dalla procura di Arezzo, sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'indagine sul conflitto di interessi. Si tratta del terzo dei tre filoni di indagine aperti dalla magistratura aretina dopo quelli relativi alle sospette false fatturazioni e al reato di ostacolo alla vigilanza.