Imbarcazione libica tenta di sequestrare un peschereccio italiano, ma il motopesca riesce roccambolescamente a fuggire

Chissà se la notizia del  peschereccio italiano Airone  sequestrato intorno alle 3.30 della notte scorsa a circa 30 miglia dalla costa libica da una motovedetta di militari di Tripoli diventerà una sorta di casus belli, di certo  il rischio di dover intervenire in Libia era alto ora rischia di esserlo di più. Per fortuna però dopo ore di incertezza, pare che il peschereccio siciliano sarebbe in fuga verso Lampedusa scortato da una nave della Marina militare. Secondo notizie non confermate, uno o due libici sarebbero saliti a bordo del motopesca con la scusa di una perquisizione ma l’equipaggio si sarebbe ribellato rinchiudendoli nella stiva e fuggendo. Il comandante dell’imbarcazione, Alberto Figuccia, a tutto gas, ha invertito la rotta dirigendosi verso nord, in direzione delle coste siciliane, sfuggendo così al rimorchiatore libico molto più lento, con a bordo altri uomini armati che avevano condotto l’assalto. "Sono stato informato che stanno scappando - ha confermato Giovanni Tumbiolo , presidente del Distretto per la pesca Cosvap che aveva dato l'allarme parlando di sequestro del peschereccio- Bisogna capire lo stato d’animo di questi pescatori, terrorizzati. C’è molta paura. È comprensibile qualsiasi comportamento dei nostri pescatori. È forte la paura di cadere in mare a gente senza scrupoli".

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