Se nasce il bipolarismo di destra, Matteo Renzi resterà davvero “uomo solo al comando”

Tutti contro Salvini, esattamente quello che lui voleva e come prima di lui aveva voluto Beppe Grillo che fra l'altro dovrebbe ottenere dal Matteo in salsa neofascista le royalties su alcune parole d'ordine, i “vaffa” in primis. La logica salviniana è semplice, creare un nuovo crogiuolo di populismo, anti-europeismo e sciovinismo sulla base del modello del Front national di Marine Le Pen, modello che oltralpe ha via via occupato anche spazio tipico di una parte della destra moderata ma che in Italia dovrà fare i conti però con quel Silvio Berlusconi che, a dispetto dell'età, resta per molti moderati, quasi inspiegabilmente, un punto di riferimento ma che frattura dopo frattura (e non parliamo del malleolo) perde pezzi. Difficile riesca a Salvini quello che è riuscito alla Le Pen, marginalizzare Berlusconi non sarà semplice come lo è stato in Francia con Nicolas Sarkozy, ma non è però una missione impossibile, dipenderà molto dalla lucidità dell'ex cavaliere nello spiegare agli italiani come un movimento che fino a ieri voleva la seccessione, si puliva il culo con il tricolore e tifava per le eruzioni dell'Etna auspicando quelle del Vesuvio, possa rappresentare tutti gli italiani. Poi c'è il terzo incomodo Beppe Grillo, che pur se in calo di consensi resta uno zoccolo duro, un riferimento per il popolo della protesta, dell'antipolitica sempre e comunque. Se poi analizziamo con sereno distacco quanto avvenuto nella folcloristica, ma non per questo non pericolosa, piazza leghista in terra capitale del 28 febbraio scorso, scopriamo che Salvini di strada dovrà farne ancora, non si è trattato infatti proprio di una manifestazione di popolo. Matteo Salvini millanta numeri irreali, gongola ancora per «una bella piazza, di gente perbene, che ha creato qualche problema soltanto ai rosiconi di sinistra». Il leader del Carroccio addirittura parla di 50 mila presenze a piazza del Popolo, quando al massimo non c'erano più di 13 mila persone contando però nelle compiacenti immagini televisive, quasi tutte riprese “strette” in campo corto, che fanno di tutto per non sbugiardarlo. Numeri a parte la vera preoccupazione è che non sono mancati richiami al fascismo. Insomma il vero problema è che l’asse Lega-Fratelli d’Italia-Casa Pound cerca, per dirla alla Battiato, di “diventare un centro di gravità permanente” su quello che rimane l'elettorato attivo del centrodestra, con il rischio reale di creare una destra minoritaria capace soltanto di intercettare un pezzo di protesta da contendersi con Beppe Grillo come due cani sull'osso, a suon di “vaffa”. Insomma una protesta velleitaria, razzista e forcaiola non certo in grado di andare al governo e quel che è peggio, per la destra “moderata”, di marginalizzarla per davvero creando un bipolarismo tutto a destra incapace di contendere il governo ad un Matteo Renzi che a quel punto avrebbe davvero buon gioco nel creare il suo partito della nazione fagocitando una ulteriore fetta di elettorato moderato. Insomma se andrà in porto il progetto di Salvini l’area politica che ha governato per più anni l’Italia nell’ultimo ventennio è destinata alla ghettizzazione ed il suo leader uscito dall'assistenza ai vecchietti potrebbe finire a suo volta per essere pensionato in un suo personale Cesano Boscone. La prova che nulla avviene per caso è nella grande risonanza sui media che raccoglie Matteo Salvini, una scelta mediatica non tanto per fare un favore a lui o perché il suo movimento sia un fenomeno straordinariamente di massa. come fu quello dei 5Stelle della prima ora, ma proprio con lo scopo di favorire il Renzi fagocitatore del centro.

Fabio Folisi