Scoperchiata nuova cupola tangenti. In arresto il sindaco Pd di Ischia e la dirigenza della coop di Modena Cpl Concordia

Bufera giudiziaria su Ischia. I carabinieri del Noe hanno eseguito undici misure cautelari (otto arresti in carcere, uno ai domiciliari e due obblighi di dimora nel comune di residenza), emesse dal gip del tribunale di Napoli, nell'ambito di un'inchiesta sulle opere di metanizzazione che hanno interessato i Comuni di Ischia, Lacco Ameno e Casamicciola sull'isola verde. Tra gli arrestati c'è anche il sindaco di Ischia, Giuseppe Ferrandino, del Pd. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono anche un dirigente del Comune di Ischia e alcuni funzionari del Gruppo Cpl Concordia (Cooperativa produzione lavoro, società della realizzazione di strutture per il trasporto del gas). Nel mirino degli investigatori un giro di tangenti versate a pubblici ufficiali per aggiudicarsi appalti pubblici. Fin qui lo scarno lancio con il quale le agenzie hanno raccontato l'ennesimo scoperchiamento di una pentola nella quale si cucinava il solito minestrone fatto di corruzioni, mazzette malaffare e connivenze fra mafie, politica ed imprese. Aggiungiamo che sono undici le persone finite in manette per i reati di associazione per delinquere, corruzione, corruzione internazionale, riciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione, eseguita dai Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente, in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali competenti per territorio, è stata coordinata dai pm Woodcock, Carrano e Loreto e avvallata dal gip Amelia Primavera, che ha disposto gli arresti, nell'ambito di una lunga e articolata indagine c sulle opere di metanizzazione che hanno interessato i Comuni dell'isola di Ischia. In carcere sono finiti oltre al sindaco di Ischia il fratello di questi, Massimo Ferrandino, il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo CPL Concordia Francesco Simone, l’ex presidente Roberto Casari (andato in pensione il 30 gennaio scorso, ma secondo l’accusa ancora "regista" degli affari della cooperativa), il responsabile commerciale dell’area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del consiglio di amministrazione della CPL distribuzione Maurizio Rinaldi e l’imprenditore casertano Massimiliano D’Errico. Arresti domiciliari, invece, per il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Ischia Silvano Arcamone, mentre per Massimo Continati e Giorgio Montali, rispettivamente direttore amministrativo e consulente esterno della CPL è stata disposta la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di residenza.
In particolare, le attività investigative, iniziate nella primavera del 2013, hanno consentito di svelare l'esistenza di un articolato sistema illegale intorno alla Cpl concordia (Cooperativa produzione lavoro, società leader nella realizzazione di strutture per il trasporto del gas nonché per il facility ed energy management) che si occupa della metanizzazione e, più in generale, della realizzazione di impianti energetici anche nel territorio della provincia di Napoli e della intera regione Campania. Società che opera a livello nazionale. Dalle indagini è emerso che il sistematico ricorso, da parte dei dirigenti della cooperativa, di un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi con amministratori locali e pubblici funzionari. E' infatti accertata l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, segnatamente un numero indeterminato di delitti di corruzione, di turbata libertà degli incanti, m modo specifico relativi all'assegnazione/aggiudicazione di appalti e commesse concernenti lavori di "metanizzazione" nei comuni dell'isola di Ischia. E' stato, altresì, accertato che tale sistema delinquenziale veniva alimentato e sostenuto da un circuito finanziario "opaco" localizzato in Tunisia che consentiva alla cooperativa di disporre di somme di danaro "in nero", create mediante l'emissione di fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina (TUNITA s.a.r.l.), somme poi utilizzate prevalentemente per pagare tangenti a pubblici ufficiali al fine di aggiudicarsi appalti pubblici. Come corrispettivo per l'aggiudicazione ed assegnazione dei lavori relativi alla "metanizzazione'' del Comune di Ischia e alla successiva gestione in concessione di tali impianti, nonché per essere favorita ed accreditata presso i Sindaci degli altri Comuni dell'Isola di Ischia (Casamicciola, Lacco Ameno, Forio) consorziati per la realizzazione delle opere pubbliche di metanizzazione, la Cpl Concordia provvedeva a dare indebitamente al Sindaco di Ischia ed ai suoi familiari una serie di utilità, e segnatamente: la stipula di due fittizie convenzioni (con la corresponsione del relativo importo), per gli anni 2013 e 2014, con I 'Hotel Le Querce di Ischia - albergo di proprietà della famiglia del Sindaco Ferrandino Giuseppe, sottoscritte dal Presidente Casari e da Ferrandino Giovanni Giuseppe, padre del primo cittadino Giuseppe (convenzioni che prevedono l 'impegno da parte della CPL Concordia ad erogare la somma di circa 165.000 euro, per ciascuna delle suddette annualità, alla società alberghiera della famiglia del Sindaco Giuseppe Ferrandino a fronte dell'impegno. della stessa società di "mantenere a disposizione" della CPL, in persona dei dipendenti che di volta in volta intendessero usufruirne, 7 stanze di albergo per le stagioni estive 2013 e 2014 (con l'esclusione di un breve periodo ad agosto) e per il Capodanno del 2013 e 201 4. L'assunzione, da parte della CPL Concordia, di Ferrandino Massimo, fratello di Ferrandino Giuseppe, quale consulente della medesima società, nonché l'assunzione di numerose altre persone presso la stessa CPL e l' espressa indicazione ai dirigenti della predetta cooperativa di un giornale (locale) sul quale avrebbe dovuto fare la pubblicità ed infine il pagamento di un viaggio iri Tunisia (pagato dalla CPL allo stesso Sindaco Ferrandino Giuseppe). Occorre anche sapere per avere un miglior quadro delle attività di questa coop che
il nome della cooperativa rossa locale, la CPL, 110 anni di storia gloriosa, considerata un vero gigante nel settore energetico con ramificazioni e affari in tutta Italia e nel mondo, era finito coinvolto nella vicenda giudiziaria del Policlinico di Modena, al centro di una inchiesta dei Nas su presunti appalti pilotati. Ma poi emerse dell’altro: il nome dell’azienda emiliana spuntò infatti da altri fascicoli ancora più scottanti. Il boss casalese pentito, Antonio Iovine, detto ‘o ninno, in una delle prime testimonianze rese davanti ai pm della direzione distrettuale antimafia di Napoli, aveva tirato fuori proprio il nome della Cpl Concordia. Aggiungiamo anche una nota "territoriale" in salsa Fvg  che approfondiremo certamente. La Cpl Concordia, assieme alla Siram e alla Rizzani de Eccher di Udine  hanno costruito la nuova rete di teleriscaldamento della città di Udine, presentata dalle aziende citate come opera da primato sia per la regione del Friuli Venezia Giulia oltre che per Italia, in quanto il progetto, si leggeva in una nota emessa all'indomani della inaugurazione l'anno scorso,  rappresenta il primo sistema alimentato dalla Centrale Tecnologica di un Ospedale. L'operazione, che fu oggetto fin dalla progettazione di dubbi sulla regolarità mai sfociato in inchiesta giudiziaria, vide la collaborazione tra l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia di Udine”, l’Università e il Comune di Udine. Per arrivare alla realizzazione fisica  dell'opera, un investimento di progetto finale per la centrale tecnologica e la rete di teleriscaldamento che ammonta a 113 milioni di Euro (al netto di IVA). venne costituita la società Aton per il Progetto s.r.l. (partecipata da Siram Spa al 99,7%, Rizzani de Eccher Spa, AR.CO. Lavori Scc e CPL Concordia Soc. Coop.). Così è stata  realizzata la rete di teleriscaldamento a Udine che conta ben 13 km e assicura più di 38 Megawatt di potenza termica nominale e più di 45 Megawatt di potenza termica massima, finanziata, dice sempre l'azienda,   per oltre i 2/3 da fondi privati messi a disposizione da Siram che, oltre ad aver realizzato gli impianti della nuova centrale di alimentazione, svolgerà i servizi energetici e manutentivi per i prossimi 26 anni. Si tace ovviamente il fatto che per il servizio gli enti che si allacceranno pagheranno un conto energetico salato mentre i fondi europei verranno incamerati dalla azienda gestire. Tutto legittimo fino a prova contraria, ovviamente, ma far passare un affare per opera di mecenatismo è stucchevole. se poi si scopre che una della aziende operanti era collusa con ambienti del malaffare mafioso, allora i dubbi che vengono sono molti e anche le informazioni emerse nel passato assumono contorni ancora più inquietanti.

Fabio Folisi