Sconcerto fra i centristi baciapile: Papa Francesco “riscrive” le norme sull’Imu alla Chiesa: “chi guadagna paghi”. E la destra italiana comincia l’offensiva denigratoria

Non fossimo in un epoca di grandi conflitti e di grandi miserie ci sarebbe perfino da divertirsi nel vedere come Papa Francesco, che qualcuno definisce l'unico vero leader mondiale, spiazza gli italici servitori di un Vaticano che pian piano il pontefice, che viene dal mondo reale e non dalle dorate stanze delle residenze vescovili, sta smantellando. A spiazzare i soliti "più realisti del re" non è questa volta una questione di morale o etica,  ma la venialissima svolta sull'Imu e le tasse: "Se conventi sono alberghi paghino le tasse" dice Papa Francesco buttando nello sconforto parte delle gerarchie romane e periferiche ma soprattutto quella politica di “centro” erede di una Democrazia Cristiana che oltre ai pregi storici che nessuno nega e che hanno consentito che il paese non arrivasse a scelte autoritarie, ha avuto il grande difetto di rimanere ancorata ad una concezione della Chiesa come funzionale al proprio progetto politico, un “do ut des” fatto di interessi economici non certo limpidi, di riciclaggio, ma anche di posti di lavoro, poltrone, insomma quello  che era diventato per decenni un sistema di potere. Poi con l'implosione della vecchia Dc ed il suo scioglimento in mille rivoli sono stati troppi quelli che hanno cercato di prendere il testimone di un rapporto che via via si è andato intorpidendo, nella speranza di occupare almeno pezzi di quel sistema di potere. In alcuni casi ci sono anche riusciti dall'interno delle più disparate sigle,  ma si è trattato non di un sistema organico ma appunto di segmenti di potere, fino ad arrivare alla attuale situazione decisamente fuori controllo, dove ognuno di quei soggetti difende con la propria tonaca o "grembiule" di riferimento piccoli pezzi di privilegi ottenuti e da mantenere.  Insomma  la situazione non è ancora completamente disinquinata da rapporti inconfessabili fra certa imprenditoria e le gerarchie soprattutto nei territori, ma l'opera moralizzatrice di Papa Bergoglio inizia a sentirsi anche nelle estreme periferie, dove in molti, spiazzati dalla novità di una chiesa che vuole fare la Chiesa e non gli affari si lasciano andare perfino a giudizi pesantissimi.  Nervosismi di chi vede erodere le fondamenta di un castello che lo ha sostenuto per decenni.  L'importante è il profitto, il dio denaro sostituito al Dio della santissima trinità. Così le parole di Papa Francesco non possono che far tremare i polsi nelle periferie degli affari gestiti all'ombra delle tonache, parole chiarissime ed inequivocabili quelle di Bergoglio: "Un convento religioso è esentato dalle imposte, però se lavora come un albergo paghi le tasse, altrimenti l'impresa non è molto sana". Parole del Pontefice rilasciate in un intervista all'emittente portoghese Radio Renascenca. "Ci sono conventi che sono quasi vuoti - ricorda il Papa - e anche lì può esserci la tentazione del dio denaro. Alcune congregazioni dicono: ora il convento è vuoto, facciamolo diventare un albergo e possiamo ospitare persone, mantenerci e guadagnare denaro. Bene, se desideri questo paga le tasse. Un collegio religioso è esente dalle imposte, ma se lavora come un hotel è giusto che paghi le imposte". Insomma il Papa è andato oltre perfino alla tiepida  disposizione del governo Renzi, norma "timorosa",  non di Dio ovviamente, ma degli interessi di alcuni intoccabili che nel Vangelo sarebbero collocati assieme ai mercanti del Tempio. Infatti in base al decreto del Ministero dell'Economia firmato da Padoan il 26 giugno del 2014, gli spazi organizzati "non in forma imprenditoriale" per la ricettività, come appunto le stanze affittate nei conventi o collegi, possono essere esenti dalle tasse sugli immobili, a condizione che ci sia "discontinuità" nell'apertura. Dunque, che l'attività ricettiva non copra l'intero anno solare. Soprattutto, a condizione che quegli alloggi accolgano "destinatari propri delle attività istituzionali", quindi alunni e famiglie degli istituti scolastici, iscritti al catechismo, appartenenti alla parrocchia, membri di associazioni, e tutti coloro desiderosi di compiere ritiri spirituali. Insomma una norma scappatoia che voleva essere un esempio di equilibrismo e di difficile applicazione, è che invece Papa Francesco ha riscritto con un semplice "chi guadagna paghi". Ovviamente ci sono da attendersi delle reazioni al nuovo corso, così proprio oggi un noto quotidiano italiano, famoso per le sue posizioni decisamente schierate a destra per via di una proprietà ingombrante, non ha trovato di meglio che dare voce al titolo e alla copertina dell'ultimo numero di NewsWeek, una rivista digitale statunitense pubblicata a New York. La Copertina nera, la foto del Pontefice e una domanda: "Il Papa è cattolico?" non passerà inosservata, fa notare il quotidiano milanese. L'articolo in questione vuole essere di "preparazione" alla visita di Bergoglio negli States il prossimo 22 settembre, gettando un ombra sul suo pontificato che evidentemente secondo NewsWeek è eccessivamente rinnovatore, un ombra  utile anche al quotidiano italiano e agli interessi che rappresenta. Bisogna però dire che anche l'articolista italiano è colto da qualche dubbio e per evitare figuracce si affretta a spiegare che il settimanale made in Usa ha forti influenze ebraiche. Di Newsweek viene  anche citato un sondaggio secondo il quale il gradimento del Papa sarebbe in picchiata, questo per lo "scollamento tra opinione pubblica e realtà dei fatti". Secondo questo sondaggio la popolarità del Papa è scesa nel 2014 dall'89% al 71 per cento. Bergoglio sarebbe sgradito al 55% di chi, in America, è su posizioni politiche conservatrici.  Insomma la scoperta dell'acqua calda. Newsweek da la sua lettura: "Il Papa ha promesso troppo ai progressisti dottrinali e politici, ma ha spaventato i tradizionalisti per i quali la fede dev'essere immune dalle pressioni politiche". Verrebbe da dire: in America non so, ma se solo Newsweek avesse frequentato i conservatori italiani si sarebbe reso conto di quale sia invece il problema, problema colto benissimo dal quotidiano vessillo del centrodestra italiano che ha cominciato pavidamente usando le copertine e i titoli di altri, la sua campagna anti Bergoglio.

Fabio Folisi