Schiarita fra le fazioni in lotta in Libia, unità in 10 punti contro i terroristi dell’Isis

Dalle trattative ad Algeri sulla Libia è arrivato un segnale positivo, anche se vi sono molti dubbi sulla effettiva affidabilità degli interlocutori. Hanno infatti firmato tutti un documento nel quale si riafferma “il pieno rifiuto della escalation militare, l’immediata cessazione delle operazioni militari in modo di permettere al dialogo di proseguire in modo proficuo”. In sostanza tutti giurano di voler combattere con tutti i mezzi il terrorismo, prima che sia troppo tardi e che l'Isis diventi padrone della Libia. Si tratta di un documento in dieci punti. Sottoscritto da tutti i partiti e le personalità politiche che per due giorni hanno discusso con il delegato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Bernardino Leon che è molto soddisfatto perchè, dice in sostanza, finalmente si afferma con molta determinazione che l’unica strada per risolvere la crisi libica è proprio il dialogo: “I partecipanti alla conferenza riaffermano la necessità di proteggere l’unità nazionale del territorio, l’indipendenza e la sovranità, così come il controllo totale dei suoi confini interni e il rifiuto di ogni interferenza straniera”. Dopo aver riaffermato l’adesione ai principi della Rivoluzione del 17 febbraio 2011 - quando da Bengasi partì la rivolta contro il regime di Gheddafi - “e che sono fondati sulla giustizia, sul rispetto dei diritti umana e sulla costruzione di uno Stato di diritto” solennemente, il documento fissa i punti irrinunciabili che dovrà seguire il dialogo per far rinascere una nuova Libia: “Ci impegniamo perchè il processo politico si basi sui principi della democrazia e del Pacifico trasferimento dei poteri. E una soluzione politica può essere raggiunta”. Il documento rilanciato subito dalle agenzie internazionali, indica i punti sui quali è possibile trovare una intesa. “Il governo deve comprendere personalità competenti. Bisogna sottoscrivere accordi per la pacificazione”. Secondo gli accordi andrà fissato un cronoprogramma per la consegna delle armi e tale processo va attuato sotto il vigile controllo. Le milizie vanno sciolte e nello stesso tempo vanno individuate proposte di reimpiego alternativo per le reclute. Nel documento firmato dai partecipanti al meeting di Algeri, si fa riferimento al piano per la riorganizzazione delle forze armate e della polizia nel Paese. Strutture di sicurezza che devono proteggere i cittadini e salvaguardare il territorio nazionale. Preoccupati per l’escalation del terrorismo, per il deterioramento della sicurezza in Libia che pone in serio pericolo la sicurezza e la stabilità del Paese, così come la sua unità e coesione sociale bisogna concentrare tutti gli sforzi per combattere il terrorismo: e farlo subito, prima che metta radici e che diventa difficile da estirpare. Insomma come spesso accade quando alle porte c'è un nemico comune forze fino allora antagoniste possono convergere su obiettivi comuni. Un occasione che la comunità internazionale dovrebbe cogliere.