Scandalo diesel-gate: nel mirino anche la Bmw

La testa di Winterkorn, ex amministratore delegato del gruppoVolkswagen, sembra non essere l'unica destinata a cadere dopo lo scoppio dello scandalo dei motori truccati negli Usa. Anche Ulrich Hackenberg, responsabile della divisione R&D di Audi, e Wolfgang Hatz, ingegnere di primo livello di Porsche, hanno lasciato il loro posto.

Domani presso il quartier generale di Wolfsburg è prevista una riunione speciale non solo per la nomina del successore di Winterkorn ma anche per stilare l'elenco dei dirigenti coinvolti nel diesel-gate e quindi candidati alla defenestrazione.

Nel frattempo i vertici (sopravvisuti) del gruppo tedesco hanno dovuto ammettere anche la manomissione dei test attraverso il software incriminato è avvenuta anche nel mercato europeo. Lo ha annunciato lo stesso ministro dei trasporti tedesco, Alexander Dobrindt: "Siamo stati informati che ci sono vetture diesel con motori da 1,6 e 2 litri interessate dalla manomissione anche in Europa", ha dichiarato. Continueremo a lavorare a stretto contatto con Volkswagen per scoprire quali veicoli sono interessati".

Come prevedibile, lo scandalo si sta allargando a macchia d'olio anche alle altre case costruttrici, tra queste la Bmw, che ha fatto delle motorizzazioni diesel uno dei sui cavalli di battaglia. Secondo il settimanale tedsco Bild, le Bmw X3Drive 20d avrebbero superato di 11 volte i limiti previsti dalle norme Euro6 sulle emissioni di ossido di azoto. In riposta alle indiscrezioni, la casa di Monaco ha dichiarato:  "A Bmw non ci sono sistemi per riconoscere i cicli di test, tutti i sistemi restano attivi al di fuori dei test". Alla borsa di Francoforte, nel frattempo, il titolo Volkswagen continua a recuperare lo 0,65% a 112,22 euro, mentre le rivali Bmw e Daimler crollano, rispettivamente, del 6,34% a 74,73 euro e del 4,86% a 63,19 euro.