Salvi i due ultimi italiani dispersi in Nepal dopo il terremoto. Ma nel paese si contano 7600 morti e 14500 feriti

Ci sono voluti più di 10 giorni ma alla fine sono stati rintracciati tutti gli italiani in Nepal. Ne dà notizia in una nota il ministero degli Esteri, aggiungendo che il monitoraggio costante della situazione da parte dell'unità di Crisi della Farnesina, dell'ambasciata a Nuova Delhi e del Consolato Generale a Calcutta prosegue, per far fronte a ogni possibile necessità. La Farnesina ha comunicato inoltre che le salme di Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli sono giunte in Italia ieri sera, mentre continuano le ricerche dei corpi di Marco Pojer e Renzo Benedetti di cui si sta occupando anche il personale dell'unità di Crisi e della protezione civile già in loco al fine di seguire l'attività di ricerca e recupero dei corpi dei due connazionali. Intanto sale di ora in ora il bilancio dei morti che sfiora ormai le 7600 unità, mentre i feriti sono 14.536. I numeri non sono ancora certi in quando il devastante terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito il Paese sabato 25 aprile ha distrutto molte linee rurali di comunicazione e vi sono interi villaggi non ancora raggiunti dai soccorsi che potrebbero celare altri morti e feriti. Il distretto più colpito del Paese è quello di Sindhupalchowk, dove sono state registrate 2.911 vittime. A Katmandu ne sono state registrate invece 1.202. Secondo le stime delle Nazioni unite, circa 600mila case hanno subito danni e le persone colpite dal disastro sono 8 milioni, di cui 2 milioni hanno bisogno di tende, cibo, acqua e medicine. Il Nepal conta circa 28 milioni di abitanti. Sono invece quattro gli italiani che hanno perso la vita nel terremoto. Si tratta dei trentini Renzo Benedetti, Marco Pojer, Oskar Piazza e l'anestesista marchigiana Gigliola Mancinelli. Renzo Benedetti, 60 anni di Segonzano, era direttore della scuola di alpinismo della Sat di Cavalese e accademico del Club Alpino Italiano. Era sposato e padre di un figlio. Per la sua attività ed esperienza era conosciutissimo nella zona. Marco Pojer, di Grumes in Val di Cembra, Trentino Alto Adige, era il cuoco della locale scuola materna. Stando ad alcune testimonianze Benedetti e Pojer avevano deciso di effettuare una leggera deviazione di percorso perché volevano portare medicinali ad un'anziana nepalese che conoscevano dalle precedenti spedizioni. Avevano detto ai compagni di escursione, Iolanda Mattevi (in ospedale con l'avambraccio ed un dito fratturato), ed Attilio Dantone, (illeso), di proseguire lungo il sentiero. Oskar Piazza Speleologo e membro del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige e anche vicedirettore della Scuola nazionale forre. La squadra con cui si trovava in Nepal stava esaminando alcune forre nell'area di Langtang. Gigliola Mancinelli, anconetana di 50 anni, due figli di 15 e 10 anni, era medico anestesista dell'Ospedale Cardiologico Lancisi di Ancona ed anche volontaria presso la base dell'elisoccorso di Fabriano. "Era una bravissima anestesista e una carissima collega" ricorda il dottor Germano Rocchi, responsabile del servizio di elisoccorso delle Marche. La montagna e le forre erano da sempre la sua grande passione. ''Si allenava nei fine settimana. Per questo viaggio aveva insistito tanto per ottenere un cambio di turno'' ricorda Rocchi.