Ritirato l’emendamento di Salvini al Senato che voleva scudare i governatori delle Regioni

La notizia è incredibilmente tenuta sottotraccia dai grandi giornali. Va bene non alimentare polemiche politiche in questa fase d'emergenza, ma lasciare passare il tentativo di scudare i governatori delle regioni da eventuali azioni per errori compiuti nella gestione del coromavirus è troppo. Se poi consideriamo che il tentativo veniva dalla Lega con primo firmatario Matteo Salvini si palesa ancora di più il fatto che già si pensa di proteggere i governatori amici da comportamenti poco trasparenti e corretti. Il pensiero va subito alla Lombardia e alle giuste domande che a crisi superata ci si potrebbero fare sui numeri di contagi e decessi fuori controllo che non possono essere da addebitare al destino “baro e assassino”. Il tentativo di portare indenni i livelli regionali era contenuto in un emendamento al “Cura Italia” che la Lega ha proposto al Senato nella speranza che passasse inosservato o che magari potesse trovare sponde e fare comodo anche ad alcuni ambienti della maggioranza.
L' emendamento in questione al DDL n. 1766 primo firmatario Matteo Salvini, recita così:
a) Dopo il comma 1, dell'articolo 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n.18 è inserito il seguente:
«1-bis. Le regioni e le province autonome possono incrementare le risorse per le finalità di cui al comma 1 fino al doppio dell'ammontare indicato nella tabella A»;
b) Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente:
«Art. 1-bis.
(Responsabilità datori di lavoro operatori sanitari e sociosanitari)
1. Le condotte dei datori di lavoro di operatori sanitari e sociosanitari operanti nell'ambito o a causa dell'emergenza COVID-19, nonché le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa, se giustificate dalla necessità di garantire, sia pure con mezzi e modalità non sempre conformi agli standard di sicurezza, la continuità dell'assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriale e domiciliare.
2. Dei danni accertati in relazione alle condotte di cui al comma 1, compresi quelli derivanti dall'insufficienza o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale, risponde civilmente il solo ente di appartenenza del soggetto operante ferme restando, in caso di dolo, le responsabilità individuali.».
Insomma, una sanatoria preventiva bella e buona, che avrebbe messo al riparo i politici che nelle Regioni (soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria come recita l'emendamento) si sono resi responsabili di condotte insufficienti, inadeguate quando non anche criminose non proteggendo chi stava in prima linea sul fronte sanitario e sociale. Emendamento che scaricava di conseguenza le responsabilità sugli operatori sanitari e sociosanitari. Per fortuna visto che l'emendamento non è sfuggito ai sindacati dei medici e Salvini ha dovuto ritirarlo, ma con la faccia di bronzo che lo contraddistingue l'ha fatto prendendosi il “merito” del ritiro: “Tutelare la vita e il lavoro di tutti coloro che sono in prima linea, medici, infermieri, operatori sanitari, dirigenti è e resta il nostro obiettivo. Per questo ritiriamo un emendamento su tutele e responsabilità che si presta a fraintendimenti”.

Come detto il tentativo, per ora, è stato stoppato mettendo questo ignobile episodio in una catena di fallimenti inanellati dal "capitano", mentre è rimasto quanto predisposto dal Governo ed in particolare dal Guardasigilli Alfonso Bonafede che ha dato ieri parere favorevole, con riformulazione, agli emendamenti al dl Cura Italia sulla responsabilità medica legata all'emergenza Coronavirus. La norma prevederebbe che la responsabilità civile degli esercenti la professione sanitaria sia limitata ai casi di dolo e colpa grave e, sul versante penale, la punibilità sarebbe limitata ai soli casi di colpa grave. Diverse le variabili da tenere in considerazione tra cui l'eccezionalità della situazione e la disponibilità di attrezzature e personale. Insomma una attenzione non ai livelli politici ma a chi si è trovato in prima linea e al quale non è corretto imputare in tale situazione colpe che non siano da "dolo". Questo nasce probabilmente anche dalle notizie che Studi Legali particolarmente aggressivi, pochi pare, si stavano organizzando per raccogliere dai parenti di pazienti deceduti mandati per aggredire strutture sanitarie e singoli medici al fine di ottenere lucrosi risarcimenti. Una questione delicata sulla quale è bene siintervenga, ma altro è scudare i livelli politici che le scelte di indirizzo e controllo le hanno fatte non certo dalle prime linee delle corsie d'ospedale.

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Emendc/1154567/1146138/index.html