Risorgendo attraverso il Timavo

Gesù disceso negli inferi

Gesù disceso negli inferi

di Fermo Capovilla.

Il giorno della Resurrezione è l'ideale per riscoprire la chiesa di San Giovanni in Tuba a Duino, dove il Giorno del Giudizio, dice la leggenda, gli angeli suoneranno la trombe invitando le anime dei defunti al Giudizio.

In queste ore, che separano la morte di Gesù dalla sua resurrezione, Cristo è disceso nel regno di morti. Cosa fece esattamente non è dato saperlo, poiché i pareri sono discordi. "Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere". (Pietro 3:18-19).

Nella Bibbia, però, non viene mai detto che Gesù abbia visitato l’inferno. Atti 2:31 si legge che Egli andò "nell’Ades", ma l’"Ades" non è l’inferno. Il termine "Ades" fa riferimento al regno dei morti, un luogo temporaneo dove essi aspettano la resurrezione. Apocalisse 20:11-15 fa una chiara distinzione fra i due. L’inferno è il posto permanente e finale di giudizio per i perduti. L’Ades è un luogo temporaneo.
Stando alla Chiesa, dunque, Gesù visitò il regno dei morti per annunciare la "lieta novella"; un messaggio agli esseri spirituali, dunque, probabilmente gli angeli caduti che erano in qualche modo collegati al periodo prima del Diluvio ai tempi di Noè. Pietro non ci ha detto che cosa Egli abbia predicato a questi spiriti trattenuti in carcere, ma secondo la Chiesa cattolica non poteva essere un messaggio di redenzione, visto che gli angeli non possono essere salvati. Probabilmente fu una dichiarazione di vittoria su Satana e sulle sue schiere.
Stando ad alcune versioni, invece, sembra che Cristo andò in “paradiso” portando in cielo tutti coloro che avevano creduto in Lui prima della Sua morte. Sul fatto che abbia “portato con sé dei prigionieri” i biblisti sono comunque d'accordo.

J. Brueghel, Giunone negli inferi, 1598

J. Brueghel, Giunone negli inferi, 1598

Ma la Bibbia dice che Gesù non diede alle persone una seconda possibilità di salvezza dopo la morte, poiché avrebbero dovuto affrontare il giudizio.
Alcune dicerie popolari, invece, vedono nella liberazione di Adamo dalla prigione degli inferi, la liberazione dal peccato dell'intera umanità, in via definitiva. E dalle parti di Duino qualcuno sostenne che, per purificare le anime liberate mediante il battesimo, Egli le fece riemergere attraverso l'acqua di un fiume infernale e sotterraneo in tutto simile al Timavo. Alle cui foci, peraltro, si dice sorsero le prime colonie dopo il Diluvio.

Chiesa di San Giovanni in Tuba

Chiesa di San Giovanni in Tuba

Ecco che, se per Pasqua o Pasquetta non ci sono idee, non è da disdegnare una passeggiata a San Giovanni di Duino (Trieste), dove riemerge il fiume carsico.
Il Timavo “noto fin dall'antichità per l'improvviso errompere delle sue fonti” porta il nome di una divinità legata appunto alle sorgenti del Timau e in Friuli anche il nome del fontanone che sorge dal Monte Croce. Presso il Timavo carsico sorge la chiesa di San Giovanni in Tuba, al centro di una plaga che pullula non solo di acque salitifere (alla foce del Timavo vi era infatti un'isola con fonti termali famose fin dalla più remota antichità) ma di punti leggendari che ci riportano ad età molto remote. Strabone ricorda che ivi sorgeva un sacrario dedicato a Diomede e si favoleggia di Giasone, di Ercole, di Orfeo che toccarono quei luoghi intorni ai quali molti scrittori antichi ebbero a dire, e non a caso, poiché vi correva la “via dell'ambra”.
E a proposito di Timavo e poeti, non dimentichiamo che le grotte di San Canziano (di Skocjan) in Slovenia, dove il fiume s'inabissa, si dice siano state visitate da Dante Alighieri che vi trovò l'ispirazione per descrivere l'Inferno.

Grotte di San Canziano

Grotte di San Canziano

Vicino alle sorgenti calde del Timavo, inoltre, in epoca romana vi furono costruite terme famose in tutto l'impero, celebrate, tra gli altri, anche da Marziale.
Ma tornando alla chiesa di San Giovanni in Tuba, ecco cosa narra la leggenda: “...l'antica chiesa di san Giovanni, la quale fu edificata all'uscita di questo fiume venne denominata de Tuba perché essendosi ivi piantata una delle prime colonie dopo il Diluvio, nel fine del mondo dee venire colà uno dei quattro angeli predetti dalle sacre carte ad eccitare con la tromba al Giudizio Universale i defunti; e per questa ragione molte persone lasciavano negli antichi tempi disposizioni di essere in quel luogo sepolti”.
Ricordi eroici, culti molteplici, credenze popolari, tutto favorisce curiose interpretazioni della cristiana resurrezione dei morti, che costituisce il nucleo persistente della leggenda sul fiume e sulla sua chiesa. L'edificio in questione, risale al 1483 ed è in stile gotico. Fu edificato su committenza dei signori Walsee e ricostruito in parte dopo la Seconda guerra mondiale.
Sul sito sorgeva una basilica paleocristiana di cui si conservano i mosaici risalenti al V secolo.