Resuscitato in diretta Tv in Ucraina il giornalista dissidente russo Arkady Babchenko. Finta la morte per “sventarne” l’omicidio

Ma perché mai le autorità ucraine, dopo aver annunciato l’assassinio del giornalista e “dissidente russo” Arkady Babchenko - suscitando il solito coro mediatico contro “il mandante Putin” - ora lo presentano vivo in una conferenza stampa? La domanda è più che legittima, e anche se possiamo capire che la stampa italiana è presa nella farsa governativa in scena a Roma, non sembra possibile che nessun giornale italiano si interroghi continuando solo a riportare la notizia così come diffusa dai media Ucraini. Una versione “versione ufficiale” che racconta di una fantomatica operazione dei servizi segreti ucraini per “sventare l'assassinio” vero, tutto come in un telefilm della serie Ncis di cui evidentemente gli spioni di Kiev sono grandi estimatori, almeno da quando sono entrati nell'area "occidentale". Insomma si è annunciato l'omicidio per sventarlo. Ora nel mondo di spie e spioni tutto è possibile, ma la storia sembra abbastanza strampalata. Il capo dei servizi di sicurezza ucraini, Vasyl Hrytsak, ha spiegato in una conferenza stampa che 'l'assassinio' del reporter è stato inscenato per stanare agenti russi. "Grazie a questa operazione siamo riusciti a sventare una cinica provocazione e a documentare i preparativi per questo crimine da parte dei servizi speciali russi", ha detto Hrytsak, precisando che questa "provocazione" consisteva nell'assassinio di Babchenko. L'uomo considerato la "mente" dell'omicidio è stato arrestato, ha aggiunto lo stesso Babchenko apparso sorridente davanti alle telecamere di Kiev: l'operazione mi ha salvato la vita "Sono state raccolte prove evidenti - ha detto Babchenko in conferenza stampa - e la cosa più importante è che la mia vita è stata salvata e che sono stati sventati altri attentati più gravi, perché si stavano preparando ad azioni gravi. Mi hanno detto che c'era un ordine di uccidermi, sono stati pagati i soldi, 40mila dollari, un bel prezzo direi, mi hanno fatto vedere i documenti, il mio passaporto, la foto che c'è solo nel mio passaporto, quando l'ho fatto, e nell'ufficio che li rilascia, ed è stato chiaro che l'informazione arrivava dalla Russia, evidentemente dai servizi speciali".

Arkady Babchenko al centro

"Mi hanno proposto di partecipare a questa operazione e io ho accettato, tanto sarebbe andata avanti lo stesso". La notizia dell'omicidio di Babchenko era stata data da sua moglie con dovizia di particolari. La donna aveva riferito di come il marito fosse stato colpito da un killer sulle scale di casa e fosse poi morto nel trasporto in ambulanza verso l'ospedale. Acerrimo nemico di Vladimir Putin, Babchenko conduce un programma televisivo nel canale privato ucraino Atr. Il giornalista si era candidato alle elezioni del 2012. E' stato uno dei più importanti corrispondenti di guerra della Russia e nel febbraio 2017 lasciò la patria dopo le minacce ricevute in seguito a un post su Facebook. Ha definito Mosca "aggressore" per l'intervento a fianco di Bashar Assad e ancora prima, dopo aver fatto il servizio militare in Cecenia durate la guerra, aveva scritto le proprie memorie di quel conflitto ("La guerra di un soldato in Cecenia", edito in Italia da Mondadori). Si è schierato contro l'intervento russo in Ucraina e contro l'annessione della Crimea. Lavora da free lance per diversi media britannici, tra cui il Guardian e Bbc, per cui ha scritto dell'elicottero ucraino abbattuto nell'est dell'ex repubblica sovietica nel 2014. A bordo di quell'elicottero, ha scritto ieri sul suo profilo Twitter, avrebbe dovuto esservi anche lui.
Insomma comunque siano andate le cose l'episodio è emblematico di una situazione che non è certo rassicurante, difficile infatti raccapezzarsi in queste storie di depistaggi, omicidi veri e omicidi finti. Di certo gli attori delle vicende ucraine non sono solo i “servizi” ucraini e quelli russo. Sullo sfondo c'è anche la questione “Nato” e la funzione di Kiev come spina nel fianco della Russia. Insomma ancora una vota si gioca sporco e si gioca con il fuoco.