RESA DEL ‘FIGLIO DEL CIELO’: PER DEBOLEZZA ADDIO POTERE

I giapponesi chiamano Akihito, il loro imperatore, “Tenno”, cioé “Figlio del cielo”. Con un discorso di 10 minuti ha sancito la sua resa: a 82 anni, la debolezza ha avuto la meglio sul potere. E' l'abdicazione che fa la storia del Paese, terza Potenza economica del Pianeta.

Era la prima volta che il popolo sentiva la sua 'voce sacra', la seconda in cui un sovrano del 'Sol levante' si rivolgeva direttamente ai suoi sudditi: lo fece Hirohito, padre di Akihito, che con un discorso trasmesso per radio annunciò in lacrime la sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale. Era il15 agosto 1945.
Proprio allora rinunciò per sempre agli attributi divini, e con la Costituzione imposta dal generale Usa MacArthur diventava un semplice simbolo dell'unità nazionale. Prima era stato considerato nei secoli un 'Dio in terra', discendente diretto della dea del sole, anche il 'sommo sacerdote' della religione scintoista.
Pur se formalmente non è più una divinità, per il suo popolo il “Tenno” resta ancora rivestito da un'aura quasi sacrale.
L'annuncio della resa di Akihito è stato commovente, quasi come farebbe in famiglia un anziano nonno. “Sono troppo debole - ha detto - per continuare nei miei compiti”. In linea di successione ci sono ora il primogenito Naruhito, 56 anni, e Akishino, nato nel 1965.
Ma chi era Akihito? Un imperatore timido e modesto, un esempio di frugalità. Figlio dell'imperatore Hirohito e dell'imperatrice Nagako, come da tradizione fu allontanato dai genitori e affidato a uno stuolo di balie e tutori. Studi cosmopoliti in Scienze politiche ed Economia a Tokyo, ha subito mostrato di voler svecchiare il casato di cui era il sovrano numero 125 in 2600 anni. Infatti nel 1959 sposò una plebea, ora amatissima e conosciuta come imperatrice Michiko. Una 'prima assoluta'.
L'aveva incontrata sui campi da tennis, la grande passione del “Tenno”. Sfidò ben due volte George Bush padre e vinse in entrambi i casi.
Ora il Giappone, che per fronteggiare le insidie dei Paesi vicini (Nord Corea in testa) vuole rinunciare alla politica pacifista che gli fu imposta dai vincitori americani nel 1945, volta pagina. Ma sempre nel solco della tradizione. E forte di una sviluppata economia, terza alle spalle soltanto degli Stati Uniti e della Cina.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it