Requiem per i morti nel Mediterraneo

Lunedi prossimo 25 febbraio, serata di grande musica e solidarietà  nel Duomo di Torino dove alle 9 di sera  un’ottantina di voci dei più importanti cori dei teatri del nostro Paese, eseguiranno il Requiem di Gabriel Faurè, in suffragio di migliaia di migranti morti nelle acque del Mediterraneo. 
All’appello degli artisti del Regio hanno riposto colleghi dei cori del Teatro alla Scala e della Fenice, dell’Opera di Roma e del Maggio musicale fiorentino, del Comunale di Bologna e del Lirico di Cagliari, dell’Arena di Verona e dell’Accademia di Santa Cecilia. Ci saranno le voci del baritono Roberto De Candia e di Valentina Escobar, il pianista Carlo Caputo, il quintetto d’archi dell’orchestra Europa galante. Tutti diretti da Fabio Biondi.
Davide Livermore, il regista che ha aperto la stagione del Teatro alla Scala lo scorso 7 dicembre, ha scelto e impaginato testi e poesie di diverse culture che verranno letti prima del concerto. Dice Livermore: “Proponendo un Requiem per i morti nel Mediterraneo andiamo agli albori del canto, perché - come raccontano gli antropologi - la prima volta che un essere umano ha cantato è stato per aiutare un’anima a passare dal regno dei vivi al regno dei morti, ad andare nella luce”.
Il brano fu composto quando l’Ottocento stava tramontando. Come ha scritto un critico, nel Requiem di Fauré è assente ogni violenza e ogni contrasto; non c’è paura e non c’è dolore; in esso prevale un sentimento di rassegnazione e di abbandono, a volte si potrebbe addirittura dire un desiderio di assenza e di silenzio. Altri ne hanno parlato come di una ninna nanna funebre. Un modo per dire che sappiamo cosa sta accadendo nel mare nostro.